“Sono passati venticinque anni anni, lo sai, vero, Rebi?”
“Sì, lo so, Gian, è la prima cosa a cui ho pensato quando ho aperto gli occhi stamattina.”
“Una cifra quadrata, che ha angoli retti e lati che chiudono. Un numero senza scampo che inchioda lo sguardo a terra e non ammette vie di fuga.”
“Ancora con queste simbologie tutte tue e che solo tu capisci, Gian?”
“É lampante, Rebi! Con lo sguardo a terra sei costretto ad osservarti i piedi, le caviglie, le ginocchia e pensi che in quei venticinque anni la tua vita è andata di fretta su quelle gambe, eppure ti sembra di essere ancora fermo lì, dove eri allora. In moto e immobile, al contempo.”
“Un quarto di secolo…”
“…che è volato via.”
“E in questo quarto di secolo noi abbiamo pensato a lui, ogni anno, nel primo giorno di maggio che quest’oggi si sveglia con la luce del sole.”
“Ti ricordi dove eravamo, Rebi cara?”
“Potrei mai dimenticarlo?”
“Già, che domanda stupida che ti ho fatto.”
“Eravamo con lui, in un qualche modo, come tutti coloro che lo hanno amato.”
“Nel paddock, sulla pit lane, alla Tosa, alla Rivazza, al Tamburello, all’Istituto di medicina legale di via Irnerio, poi in Montagnola, a piangere lacrime dolci.” Continua a leggere
Archivi categoria: Il primo rombo del motore
In viaggio con Ayrton
L’ho ricevuto in regalo ed è stata una gioia, un pensiero inaspettato di due amici che conoscono la mia passione per Ayrton.
Di Senna credevo di sapere tutto, o quasi. Poi ho letto “Senna. In viaggio con Ayrton.” e ho capito che mi mancava un coccio importante, un frammento fondamentale a cui non avevo dato importanza. Non ho mai creduto al lato cinico e alla spietatezza che i suoi acerrimi nemici gli attribuivano, ero certa che fosse solo invidia per un talento immenso, per una personalità sconfinata, difficilmente intellegibile, quasi divina.
Io, che nel divino non credo, ho sempre visto in Ayrton qualcosa di molto vicino all’ultraterreno. Continua a leggere
Half an hour to go
Non ne scriverò.
Per trascorrere una stagione diversa.
Perché ho visto segnali incoraggianti e ripongo speranze persino nella scaramanzia.
Perché magari a non scriverne cambia qualcosa. Continua a leggere
Nico_the end
Seimila chilometri in giro per il mondo.
Una stagione anonima, after all.
Il Re è Nico, come è giusto che sia, nel nome di Keke
che lo ha cresciuto a pane e motori fin da quando era in fasce.
Mi viene da pensare ai rimpianti, alle speranze deluse,
al 22 di Jenson che non ci sarà più. Alla nostalgia.
L’amarezza c’è, come ogni volta che si gira una pagina storta,
come quando si chiude un capitolo.
See you in Melboune, march 2017.
Interlagos_20
Full wet.
Pioggia pesante nella nebbia densa di un fosco cielo brasiliano.
A rimetterci è Kimi, prima di tutti.
A guadagnarci è Lewis che, da mago della pioggia, riesce a rinviare la sentenza.
Verstappen è pura follia.
A Felipe un saluto commosso, come la scritta sul suo alettone: OBRIGADO.
Interlagos_20_la fine è dall’altra parte del mondo.
Suzuka_17
A Suzuka si vede il coraggio.
Suzuka è velocità.
Emerge il pilota, a Suzuka.
Il risultato oggi non conta, quel che importa è la dinamica, i sorpassi continui, la competitività ritrovata. Le strategie, gli undercut, la scelta dei pneumatici oggi non fanno differenza. La differenza la fa questo circuito spettacolare che ci fa vivere, finalmente, una gara vera. Continua a leggere
Sepang_16
Non so più quale bandiera sventolare, quella della rassegnazione, quella della rabbia, quella della delusione.
Un po’ come nelle cose della vita, ci speri sempre che qualcosa cambi, che l’andamento migliori, che la svolta arrivi. Continua a leggere
Monza_14
Nebbiolina rarefatta sul Parco del Lambro.
L’umidità è amica se la sai gestire.
La partenza che volevamo è arrivata puntuale.
Gli undercut ripetuti e le strategie differenziate.
Il gioco di squadra e la maturità del gruppo. Continua a leggere
Spa-Francorchamps_13
I giri sono 44 e a Spa si corre dal 1922. E’ l’anno dei miei numeri doppi, li incontro ovunque lungo il mio cammino.
7,001 km la lunghezza del circuito e mi vien quasi da pensare che potrebbe essere proprio quel metro solitario a rendere così speciale il Gran premio del Belgio. Continua a leggere
Silverstone_10
Incombente la cupezza del cielo, optical gli sfalci simmetrici del green
che costeggia il circuito. E’ Silverstone, patria della pioggia, che
forse solo Spa può eguagliare.
Aver involontariamente perso Spielberg_09 mi carica di aspettative:
Sarà cambiato qualcosa?
Che il circus, per un giorno, possa capovolgersi?
La safety nei primi giri.
Lewis che vola via.
Il folle sorpasso di Verstappen su Nico che gli regala una menzione
speciale nella storia della F1.
Il vento che è definitivamente cambiato in casa Mercedes.
E le Rosse.
Lacune nello sviluppo, il telaio che non compete, una stagione da rifare.
Tutto come prima, o forse peggio.
Silverstone_10_cambio canale e guardo Wimbledon.
Baku_08
Torrioni medievali e palazzoni moderni, è nella città del vento che le monoposto volano a 378 km orari. Missili lanciati in un circuito cittadino di rigide prospettive fra le barriere e i muretti che lo circondano stretto.
La curva millimetrica nella salita impervia, il rettilineo infinito, i margini che si allargano e si restringono a dilatare il respiro dei piloti. Una Montecarlo che non è. Continua a leggere
Montréal_07
Immagine
E’ su un’isola artificiale che si corre.
Seb è un fulmine scagliato da sinistra.
Le gomme rosse che nessuno si aspettava, il graining nero alla fine di ogni stint.
L’hammer time e la danza della pioggia con gli occhi incollati al monitor dei tempi.
E’ una gara di nervi, per chi sta in pista, per chi segue da fuori.
A crederci davvero non ci siamo più abituati. Continua a leggere
Montecarlo_06
Scivola l’asfalto del Principato.
La texture delle full wet è pelle di coccodrillo.
La Safety è superflua, la Virtual incomprensibile nei suoi Delta time.
C’è un arcobaleno inedito nella gamma delle soft e delle rain, una girandola di nuovi colori che confonde i meccanici della Red Bull. Che il risultato di Ricciardo sia compromesso da una sfumatura è una beffa amara che Daniel non dimenticherà. Continua a leggere
Barcelona_05
Il giallo lucente del sole di Spagna.
Il rettilineo più lungo di tutto il mondiale.
L’urlo spontaneo, a stento trattenuto, perché non si deve gioire quando gli avversari si eliminano a vicenda. Continua a leggere
Sochi_04
Le nuvole bianche nel cielo azzurro di Russia.
Le fontane zampillanti che fanno da sfondo ad un impianto avvenieristico.
La partenza che ti aspetti con l’intuizione di Seb che si infila sulla destra.
L’esagitazione di Kvyat che confonde il circuito con una pista d’autoscontro e centra in pieno la Ferrari quasi dovesse vincere un gettone.
Il quattro volte campione del mondo che impacchetta l’alettone della rossa e poi guida un motorino. Continua a leggere
Shanghai_03
Le foglie di fiori di loto, geometrie moderne che incorniciano la parte terminale del circuito. Il sole di Shanghai che illumina la pista, non servono le “Rain”.
Il disastro colposo di Kimi che fa imprecare e disperare.
La corsa ai ripari: si sistema, si aggiusta, si rivede la strategia.
La posteriore sinistra di Ricciardo che si libra sull’asfalto come un panno steso ad asciugare. Continua a leggere
Manama_02
Il buco vuoto lasciato da Seb sulla griglia di partenza.
La delusione ancor prima di iniziare.
Tutti gli occhi su Kimi, le dita incrociate, gli scongiuri.
Le scintille delle monoposto che paiono fuochi d’artificio sull’asfalto.
Gomme bianche, gomme gialle, gomme rosse e si confondono le strategie. Continua a leggere
Melbourne_01
La sveglia alle 5.30 di domenica mattina.
I nuovi piloti, la nuova scuderia.
Il colore improponibile della Renault.
Il 22 sulla monoposto di Jenson. Continua a leggere
Come quando scatto una foto
L’ho lasciato scorrere via nell’indifferenza questo finale di stagione.
L’ho lasciato svanire così, fra la demotivazione da titolo aggiudicato con largo anticipo e la noia di un cauto agonismo consumato in gare che sembrano test.
Ogni stagione che si chiude fa venir voglia di riepilogare, in cerca dei frammenti più memorabili e delle soddisfazioni che rendono ottimisti. Non è una questione di bilanci, piuttosto un ripercorrere a ritroso le immagini che mi hanno fatto esultare: Seb, Kimi e i loro gradini del podio, un team unito che ha fatto progressi quasi insperati. Continua a leggere
Only red
E’ il momento di inserire il silenziatore.
Non vogliamo sentir dire che è solo merito di un ritiro, di una concatenazione di cause anomale o di un pazzo che attraversa la pista.
Non vogliamo che la bandiera sventolante della Ferrari sia inquinata dai se, dai ma, dai forse. Continua a leggere
Ombra e luce
Fra luce ed ombra la differenza dovrebbe essere chiara: a seconda che prevalga l’una o l’altra le pupille si dilatano o si restringono, sulla pelle si avverte il tepore o il refrigerio, nei pensieri prevale la speranza o la rassegnazione. Continua a leggere
Virtual safety Spa
Aspettare e sperare, sperare ed aspettare. Così, per trecento km, nell’attesa che nulla accada, che non cambino le carte in tavola, che la strategia della sola sosta paghi.
Poi, a pochi metri dal traguardo, con Vettel che sfiora e manca l’ennesima impresa, penso alle parole di Nico Hulkenberg: I’m very frustrated and disappointed today.
Le pronuncio anch’io, con una sorta di disincantata rassegnazione che non si addice a Spa. Continua a leggere
In quel destino non scritto
Hanno capovolto il mondo.
Dopo tre anni di agonia rivedi le Rosse sfrecciare in vetta e pensi:
Bisogna gioirne, fin che si può.
Vedi Lewis in difficoltà, Nico in linea ma senza fuoco e ti dici:
Oggi è il giorno delle parti invertite, dei destini rovesciati, della buona sorte, finalmente. Continua a leggere
God save Silverstone
Una scossa, finalmente.
Ci voleva Silverstone, circuito che raramente delude, per risvegliarci dal torpore.
Ci voleva la Williams, scuderia brittanica improvvisamente resuscitata.
Ci volevano il cielo plumbeo d’Inghilterra e la Union Jack a sventolare in alto, nel vento. Continua a leggere
Nothing to declare
Se non fosse per la strepitosa rimonta di Vettel, stasera non saprei cosa raccontare. Continua a leggere
Nella reazione a catena dell’imprevedibilità
Lo si dice da sempre: Montecarlo non è la pista dei motori, è la pista dei valori diversi. Azzardo e paura, fortuna e follia, esaltazione e prudenza, qui, più di ogni altro circuito, compongono la griglia finale. Continua a leggere
Nella notte del Bahrain
L’atmosfera del deserto rende tutto più ovattato.
I colori tenui della sabbia stemperano lo scintillio dei motori, la nebbiolina brumosa del tramonto dissolve l’incandescenza scarlatta dei freni e le luci artificiali che simulano linee di fuoco paiono smorzarsi lungo i bordi di Sakhir. Continua a leggere
This is a team
Un profluvio di frasi scontate: inchiniamoci al talento di Seb, tanto di cappello alla rimonta di Kimi, ci voleva un tedesco, la classe non è acqua, finalmente la fortuna sta girando. Continua a leggere
C’è da farci l’abitudine
C’è da farci l’abitudine.
Alle nuove regole e al linguaggio che ne consegue.
Ai gettoni sulle power unit, alla virtual safety car, all’undercut sui pit stop.
Alla Sauber blu elettrico profilata di giallo canarino che ricorda gli assurdi accostamenti di colori degli anni ’80 e ai tribunali australiani che decidono quale debba essere il pilota autorizzato a guidarla. Continua a leggere
Dal tramonto al buio
Finisce così, dal tramonto al buio, il mondiale 2014.
Il tramonto sulla linea di partenza, il buio sul traguardo del circuito di Yas Marina. Continua a leggere