Voglio guardare

Molto lontano da quel che sembra, non c’è barlume di erotismo in Voglio guardare.
Dal nulla emergono atrocità senza spiegazioni messe lì da De Silva solo per farcele vedere.
Guardale senza averne cognizione fa quasi più paura che provare a trovarci un senso.

Forse mancano dei pezzi lungo il cammino della storia, forse qualche anello della catena è andato smarrito, perché più che a un racconto questo libro somiglia a una fotografia.
Un fermo immagine di un’evidenza.
Qualcosa che così è e che diversamente non può essere.

Un De Silva inedito che anche nel descrivere una lucida ferocia a suo modo lascia il segno.

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La doppia vita dei numeri

Un capodanno napoletano.
Fratello e sorella seduti a un tavolo.
Di indole opposta, diversi per carattere.
I festeggiamenti intorno.
Un giro di tombola.
Nulla in realtà succede.
Se non che arrivano, da un mare lontanissimo, mamma e papà che a questo mondo non ci stanno più.
E pure loro si siedono al tavolo.
E pure loro giocano.
I numeri aprono le danze, svegliano la memoria, fanno dilagare la nostalgia.
È un copione di scena, La doppia vita dei numeri.

È un costruttore di linguaggi, Erri De Luca.

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Le quattro casalinghe di Tokyo

Perfetto.
È l’aggettivo più adatto per descrivere
Le quattro casalinghe di Tokyo, noir impeccabile di Natsuo Kirino. Millimetricamente congegnato e naturalmente assurdo nel suo susseguirsi di piccoli tasselli che si accoppiano rapidi in sorprendente sequenza.
Un romanzo a scalini, immersivo al punto tale da far percepire l’odore del sangue che scorre copioso fra le righe.
Settecento pagine mirabilmente fuori di testa.
Chapeau.

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