Incendi

Forse non l’ho capito, non sono riuscita ad entrarci dentro, ad empatizzare coi personaggi, a subire il fascino del fuoco con tutte le metafore complesse che si porta dietro.
Forse avrei potuto sforzarmi di più, lo ammetto.
Forse, più semplicemente, non era il momento giusto per incontrare questi Incendi.
O, forse, è la solita radicata idiosincrasia nei confronti di buona parte della letteratura americana che mi fa dire no, nemmeno Richard Ford.
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Tutti in fila

Tutti in fila, sì, perché il desiderio di ridere prevale.
Uno dietro l’altro, diversi fra loro ma simili in fondo, con quell’essere presenze costanti, a ritmo cadenzato, ché leggere, con questi qui, è come farsi un regalo.
In successione casuale vien quasi voglia di paragonarli, Salvo, Vincenzo e Carlo, e nel metterli a fianco ritrovare in loro quel filo comune di umanità sottesa.
Un crescendo di stile, Camilleri, De Silva, Robecchi, in un modo così avvezzo, ormai, da esser confidenza.
È stato il tempo delle pagine note, lette in sequenza, quasi come un bisogno.
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