A quelle specie di feuilletton ottocenteschi che invece di essere a puntate sono riaccorpati in un unico blob, una volta all’anno mi ci dedico. E pure con una certa soddisfazione, una sorta di leggerezza fanciullesca che non implica un gran impegno in itinere, né rielaborazioni a posteriori.
Quest’anno è andata male, ho mancato l’appuntamento estivo con la saga famigliare. Niente di grave, d’accordo, però il retrogusto è sempre amaro quando si incappa nei libri sbagliati. E ancora più amare son le conseguenze che si traggono perché ad affrontare certe letture illudendosi di essere ancora ragazze ci si rende conto che il passare delle stagioni lascia segni irreversibili: si diventa più esigenti e meno tolleranti, soprattutto coi libri. Continua a leggere