1. Recensione di Giovanni Garufi Bozza. Link: http://giovannigarufibozza.wordpress.com/2013/03/05/recensione-a-e-cosi-fragile-di-stefania-sabattini/
2. ‘È così fragile’ e ‘L’osso e il blu’
di Luciano Casoli
Ho iniziato a leggere ‘È così fragile’ incuriosito dal prologo pubblicato su internet. Mi sembrava un modo intrigante e originale di agganciare il lettore, rendendolo partecipe della storia di un personaggio che si intuiva comune ma al tempo stesso interessante. E devo dire che le premesse non sono andate deluse, anzi, direi che sono rimasto sorpreso. Ciò che più mi ha colpito nel corso della lettura sono stati la capacità di rendere in modo immediato i caratteri dei personaggi, dalle due protagoniste
fino ai più marginali. È stata la freschezza, il modo diretto di raccontare e sviluppare la storia, seppure complessa, a coinvolgermi.
Ma ci si rende anche conto di non essere di fronte a un narratore naif. Al contrario, c’è molta attenzione agli equilibri interni della storia, senza cadere in forzature narrative, riuscendo tra l’altro a realizzare un’impresa ambiziosa per un’opera prima: creare una drammaturgia complicata, fatta di
tanti personaggi e di narrazioni parallele, in modo fluido, senza macchinosità,
con apparente naturalezza e ‘leggerezza’.
La storia, i temi e il modo di narrare, facendo i dovuti distinguo, mi hanno molto ricordato ‘Due di due’ di Andrea De Carlo, e devo dire che ho avuto un tipo di soddisfazione molto simile nella lettura, forse per la vicinanza, in entrambi i casi, a temi e periodo storico molto vicini al mio personale vissuto.
Pur essendo impostato in modo radicalmente differente, mi sentirei di fare le stesse considerazioni per il secondo libro, ‘L’osso e il blu’. Che però ha in più la capacità di agganciare l’interesse del lettore in modo progressivo, da quando si intuisce che le storie dei vari personaggi si intrecciano, pur essendo segmenti di vita leggibili anche singolarmente.
Direi che il secondo, pur essendo più breve, stupisce ancor di più proprio per questa qualità di essere, anch’esso con apparente facilità e naturalezza, ‘due o tante) storie in una’.
Ed ora i difetti.
Il principale (forse l’unico, ma secondo me determinante) è da un lato una certa (eccessiva) semplicità che a volte rischia di apparire come una concessione all’espressività un po’ troppo ingenua. Una semplicità la cui seconda faccia è una certa, forzata, ricercatezza di espressioni e di aggettivi. Sono forzature che credo tradiscano uno sforzo di rendere la scrittura linguisticamente originale o elegante, ma che in realtà sono altro e stridono con il resto. Questi piccoli passaggi mi hanno suscitato un senso di caduta e di ‘straniamento’ rispetto alla storia, come un improvviso risveglio che mi riportava alla consapevolezza della scrittura. Credo di aver provato, in alcuni momenti, quasi un senso di tradimento, perché ero così preso da quanto leggevo da immedesimarmi con Viola, con Marina o con Orazio, e quindi questi passaggi mi sembravano come una rottura con la fiducia che io lettore avevo così totalmente riposto in chi mi stava raccontando le storie di quelle persone.
Un’altra forzatura, che forse ha la stessa matrice della prima, è un certo uso a di conoscenze o citazioni di luoghi e cose, come se si volesse far colpo sul lettore. Ad esempio, con sofisticate citazioni di vini
australiani (ma li conosci davvero tutti?) o di luoghi lontani e, penso, sconosciuti ai più. Queste sono le mie impressioni, ti assicuro molto sincere.
Con amicizia e ammirazione
Luciano Casoli
p.s.: anche mia moglie ha letto entrambi i libri e ne è rimasta entusiasta. Mi ha chiesto quando stamperai il prossimo.
3. Il filo immaginario fra l’Emilia e l’Australia
di Giorgia Bisi
Quando i personaggi di un libro diventano per il lettore così famigliari da credere di conoscerli davvero, significa che la forza narrativa è totale e che lo scrittore ha raggiunto lo scopo primario di abbracciare, coinvolgere, quasi irretire chi legge. Uno degli elementi cardine di questo romanzo è che ad entrare nell’immaginario vivo del lettore non sono solo le due protagoniste ma anche i personaggi comprimari; personaggi che all’apparenza giocano ruoli marginali e che in realtà risultano determinanti nei passaggi cruciali della trama. Ho apprezzato particolarmente le figure di Orazio e di Archibald, così lontani per età, per esperienze di vita e per latitudine terrestre, ma così vicini nel percepire discretamente e profondamente le anime di Viola e di Marina. “E’ così fragile” non è solo la storia di due percorsi di vita ma è anche il racconto di un viaggio che parte da Bologna ed arriva Sydney, che coniuga la concretezza emiliana con lo spirito libero della terra dei canguri. La scrittrice ha saputo tracciare un filo immaginario fra l’Emilia e l’Australia, rendendo a pieno le atmosfere dei luoghi, facendoci immaginare le sfumature dei colori e, a volte, facendoci persino sentire gli odori di due mondi così lontani e diversi. E’ un libro che conquista, è un romanzo che parte in sordina per poi esplodere in un vortice incessante di eventi, concretezze, dolori che ogni donna, ma anche molti uomini, hanno conosciuto e vissuto nel corso delle proprie vite. E’ una lettura facile, data da una prosa lieve che scorre spedita e leggera, curata nei particolari senza mai essere eccessiva né ridondante. Insomma una lettura da consigliare, un libro da leggere, rileggere e regalare.
4. La forza dei quarantenni
di Luciana Negri
Libro molto bello, lo si legge in un baleno perché è scritto molto bene e la storia, pur raccontando il quotidiano di due ragazze, non è priva di colpi di scena. Mi hanno colpito le pillole di saggezza, maestrevolmente distribuite qua e là, che lasciano trasparire la maturità dell’autrice. Stefania è riuscita ad interpretare la fragilità e, nel contempo, la forza che caratterizza i quarantenni di oggi alla continua ricerca di una affermazione personale in un mondo saturo di tutto. Belle anche le descrizioni della città di Bologna, con i suoi caratteristici personaggi, gli angoli non molto conosciuti se non ai molti universitari che la frequentano. Complimenti Stefania! Mi auguro che tu non abbandoni carta, penna e calamaio…. Le premesse sono ottime!
5. Tante trame in un solo romanzo
di Irma Ferrari
Tante trame in un solo romanzo. E’ il miglior modo per descrivere “E’ così fragile”, racconto dai molti fili conduttori che l’autrice tesse sapientemente fra le pagine del libro. L’amicizia è protagonista assoluta, fautrice del destino delle due protagoniste, ancora di salvezza nei momenti bui, compagna leale nei momenti di forza. Il legame fra le due protagoniste, Viola e Marina, non è l’unico fulcro dell’impianto narrativo. Diversi altri temi arricchiscono questo libro: a volte stanno sullo sfondo della narrazione, altre volte compaiano quando meno te li aspetti, ogni tanto emergono con forza fra le righe. C’è il rapporto genitori- figli, c’è il modo in cui si affronta il dolore nelle diverse fasi della crescita, c’è il ruolo della verità e della bugia nella vita di ognuno di noi e c’è la forza travolgente dei sogni. Con una narrazione che copre un arco temporale di quarant’anni di vita, l’autrice ci ha saputo regalare una trama ricca, dai risvolti imprevisti e a volte sconvolgenti, una trama che avvince il lettore e lo induce a leggere con passione e coinvolgimento emotivo. Il ritmo è incalzante, il linguaggio è pulito e lo stile, fluido e scorrevole, riserva momenti sorprendenti, cambiando improvvisamente registro per rivelare a bruciapelo le verità che non ti aspettavi. “E’ così fragile” è un romanzo che, una volta finito, te lo ritrovi fra le mani e pensi: “E adesso? Come farò a stare senza?”
6. Bella opera prima
di Dino Terenziani
Quando leggo una opera prima ritrovo molte ingenuità, spesso dovute (io credo) alla mancanza di abitudine alla autocritica. Non è questo il caso di “E così fragile” in cui la narrazione è matura ed equilibrata. Se proprio dovessi fare una critica, ho trovato un poco inverosimile l’eccesso di “vizi” del marito che non potevano, se fossero stati tanti, essere ignorati a lungo. Ma è un peccato veniale: tutto il resto tiene bene e si fa leggere d’un fiato. Si fa leggere di un fiato, anche perché è scritto in italiano corretto che oggi non è poi un dato scontato.
7. L’amicizia della vita
di Lorena Grazioli
Mi è piaciuto Mi è piaciuto molto perché è un romanzo ben scritto ed è confortante cioè la narrazione e la trama sono proprio come te le aspetti e che vorresti che fossero. L’autrice riesce sempre a mantenere alta l’attenzione nel lettore e la curiosità di sapere cosa accade dopo. L’amicizia, come vettore di serenità e di risoluzione dei problemi, traspare in ogni punto, anche nei più cupi, ed è il leit motiv di tutto il romanzo. Anche e più dell’amore (che alla fine può sempre tradire). Se posso dire, lo definirei un romanzo, oltre che dell’amicizia, della speranza, nel senso che la visione della vita che si ricava è ottimistica (pur nelle traversie e nei drammi che accadono) e ti fa sperare che possa essere veramente così. Il romanzo ha un solo difetto: finisce! A quando il prossimo?
8. Il viaggio frutto di un sogno
di Teresa Orefice
Ciao Stefania, ho percorso insieme a Viola il “viaggio frutto del tuo sogno” che realizzandosi ha permesso anche a me di trascorrere tre giorni di intense emozioni. Ho sorriso, pianto e riflettuto sull’amicizia e sul suo significato. Quello vero.Volevo che non arrivasse mai la fine, ma lo scorrere di quelle parole così coinvolgenti che ho divorato con ingordigia mi hanno portato all’ultima pagina in soli tre giorni. Peccato sia finito così in fretta…Devi sapere che in genere ci metto un eternità a leggere un libro, il tuo era il mio! Quello giusto! Non ho mai terminato un libro in soli tre giorni! E’ scritto in modo semplice ma allo stesso tempo è ricco di particolari coinvolgenti. Molte volte mi sono chiesta “ma tutta questa precisione nella descrizione minuziosa dei particolari è frutto di conoscenza, ricerca…?”Appena ho chiuso il libro avevo voglia di preparare le valigie e di partire per Sidney. Se avessi avuto il pc a portata di mano avrei cercato su Youtube la canzone che Viola ha ballato per Caterina, così mi sarei sentita fisicamente in quella stanza con loro…più di quanto già non mi sentissi coinvolta. Beh cosa aggiungere? Ci tengo a ringraziarti nuovamente per questo dono.
Grazie Stefy!
Ti abbraccio calorosamente!