Nella notte del Bahrain

Bahrain

L’atmosfera del deserto rende tutto più ovattato.
I colori tenui della sabbia stemperano lo scintillio dei motori, la nebbiolina brumosa del tramonto dissolve l’incandescenza scarlatta dei freni e le luci artificiali che simulano linee di fuoco paiono smorzarsi lungo i bordi di Sakhir. Persino le monoposto più veloci sembrano correre lente nel crepuscolo silenzioso di Manama.

E’ a questo che penso mentre sullo schermo scorre un Gran Premio già visto, già vissuto, una storia che conosciamo, di rincorsa e di speranza. Penso che non c’è strategia che funzioni contro un Hamilton in stato di grazia e un Rosberg arrabbiato, non c’è prestazione delle soft che possa ribaltare un risultato prevedibile, né un DRS fatato in grado di regalare quel decimo di secondo che ci tiene distanti.

Poi, mentre il contagiri segna lap 56/57 vedo Kimi che tallona, Nico che sbanda e un sorpasso magico come le luci del deserto.

Allora tutto diventa veloce, luminoso, esaltante.
C’è solo Kimi, nella notte del Bahrain.

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