Dante si è chiuso in bagno.
Non sopporta più la risata sguaiata di sua moglie, Clelia.
Dante sta facendo la respirazione addominale perché ha bisogno di calmarsi; sa perfettamente come si pratica, era lui che controllava il ritmo di quella di Clelia al corso preparto, tanti anni fa. Talmente tanti da non riuscire a metterli a fuoco. Dante non ricorda, ad esempio, com’era fatta la stanza in cui si teneva il corso per gestanti, non gli vengono in mente i corpi delle persone intorno, né il viso dell’ostetrica. L’unica cosa che Dante riesce a ricordare è la voce assordante di Clelia che al termine di ogni sessione di respiro si librava in una risata stridula.
Dante si siede sul water e fissa le piastrelle lucide del pavimento. In questo istante realizza che ogni momento della sua vita con Celia è stato scandito da una risata inutile, insulsa, fastidiosa. In questo istante Dante si chiede come abbia potuto sopportarla così a lungo, quale forza impenetrabile gli abbia impedito di soffocarla. Continua a leggere