Indecifrabile nello stile, superato nel linguaggio, elementare nella costruzione narrativa.
A tratti sembra un noir, a tratti un diario intimo, a tratti un romanzo rosa.
In alcuni frangenti fa sorridere per certe ingenuità, in altri moderatamente appassiona, in altri ancora – i più frequenti – lascia senza opinioni.
Con una trama che più che una trama è una serie di eventi messi in fila, “Le spie non devono amare” ha rappresentato, forse, un tentativo di innovazione, all’epoca.
Una cosa è certa: Scerbanenco aveva l’allure dell’affabulatore.
“Una donna non ha nessuna colpa di essere la moglie di una spia.”
Ciao, le tue recensioni “negative” restano sempre le migliori 😀
Matteo
Ciao! Dici? Forse definirle recensioni è un po’ troppo pretenzioso da parte mia. Scrivo di getto ciò che le letture mi lasciano. 😉
Grazie per il passaggio.