Confessioni di una maschera

Yukio Mishima è un maestro, lo so.
E i maestri non si toccano, so anche questo.
Io però queste Confessioni di una maschera, ovvero di un giovane uomo che racconta l’incapacità di capire la propria omosessualità, le trovo noiose, esageratamente introspettive e inutilmente ridondanti. Approdassero a una qualche soluzione, illuminazione, decisione, allora, forse, la fatica della lettura sarebbe ricompensata da un finale degno di nota.
E invece no, di approdi non ce ne sono, e la fatica della lettura è ricompensata dal sollievo di averla finita.

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Una vita sottile

Altri mi sono piaciuti più di questo.
Forse perché i personaggi di Una vita sottile non sono veri e propri personaggi, ma persone reali, non del tutto caratterizzate, a volte appena abbozzate.
Forse perché non ci sono protagonisti, ma solo comparse che con Chiara Gamberale si relazionano e in riflesso a lei si definiscono.
Forse perché i ricordi descritti a spot non lasciano il segno, non si è in grado di capirli, né di apprezzarli fino in fondo. O almeno non sono in grado io.
O forse perché un diario di vita è intelligibile nel profondo solo da chi l’ha scritto.
Però Chiara narra che è una meraviglia, la penna scivola veloce sulle pagine bianche del suo quaderno rilegato blu, che ho letto d’un fiato.
Come sempre, con lei.

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Piste, fiori, ombre

Dai miei appunti a margine:
Che scoperta!
C’è qui in nuce tutta l’ironia di quei giallisti italiani venuti dopo di lui, che magari proprio a Loriano Macchiavelli si sono ispirati, o che forse han copiato, vuoi vedere?

Le trame hanno ingranaggi semplici, oliati, lineari.
Lo schema è seriale, i personaggi caratterizzati e caratterizzanti l’epoca in cui sono calati: la Bologna degli anni settanta, così aperta, vivace, protesa al domani.
Il Commissario Sarti è protagonista godibilissimo perché, molto umano, ha picchi più bassi che alti nel suo continuo indagare.
La narrazione, essenziale e fluida, diverte, strizzando continuamente l’occhio al lettore.

Perché ho preso in mano i gialli di Macchiavelli così tardi, pur avendoceli in casa da decenni? Per fortuna li ho tutti, collezionati in ordinata sequenza, nella libreria bianca del piano di sopra.

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