Re: Invio manoscritto

Gentilissimi,
vi ringrazio per l’attenzione che avete dedicato al mio manoscritto e per le domande che mi rivolgete alle quali volentieri rispondo. Confermo che il manoscritto che vi ho inviato è un inedito, che non è stato pubblicato in alcuna forma e non si riferisce a persone né a fatti realmente accaduti.

Volete sapere perché scrivo. L’esigenza di scrivere nasce da quando ho imparato a scrivere, fa parte di me, da sempre. L’ispirazione è un fenomeno strano, spesso mi coglie di notte, mi sveglio con la mente invasa da parole e frasi fra loro slegate che lascio sedimentare per poi costruirci attorno le mie storie sulle quali lavoro con la fantasia. Amo la lingua italiana, mi piace cesellare i periodi, l’etimologia dei vocaboli è per me fonte di stimoli inesauribile. Con il mio ultimo lavoro ho voluto provare ad evolvere il mio tipo di scrittura. Avevo già pubblicato in precedenza un romanzo ad incastro in cui storie parallele finiscono per incontrarsi. A quel tipo di registro narrativo ho voluto aggiungere la difficoltà di costruire due binari stilistici diversi all’interno dello stesso romanzo: uno moderno, colloquiale, libero; l’altro più classico, sul modello dei rapporti epistolari d’un tempo. Ne è uscito il manoscritto che avete letto.
Come avrete capito, mi piace immaginare storie che raccontano percorsi di vita difficili, di speranze apparentemente perdute e di forze ritrovate.
Non sono libri volubili, i miei.

Nei primi trent’anni della mia vita ho scritto solo ed esclusivamente per me, poi ho iniziato a desiderare di scrivere anche per gli altri ed ho scoperto che non c’è soddisfazione maggiore di sentirsi dire: “mi sono riconosciuto nel tuo personaggio”, “il tuo libro mi ha aiutato”, “mi sentivo parte della trama”, “grazie per averlo scritto”.
Confesso che vorrei sentirmele dire ancora queste parole.

Mi chiedete quali siano i miei riferimenti letterari e dove compro i libri che leggo. Beh, la mia visione del mondo (e non solo letterario) non sarebbe quella che è senza Gabriel Garcìa Màrquez, Eugenio Montale, Erri de Luca, Isabel Allende, Ugo Foscolo, Murakami Haruki, David Peace, Alessandro Baricco, Jostein Gaarder, Elena Ferrante.
Compro libri ovunque: nelle librerie, nei mercatini, on line.

Volete sapere, infine, quali siano le mie aspettative sulla pubblicazione.
Ho le idee chiare in merito.
Dopo aver pubblicato un romanzo con un editore, un racconto con un altro editore e due romanzi in self pubblishing, so esattamente cosa voglio e cosa non voglio più. Perdonatemi il tono perentorio e l’uso del verbo “volere” che di certo appare pretenzioso, ma all’età di 46 anni (che – per inciso – compio proprio oggi), con un lavoro solido che mi consente di stare tranquilla ed esperienze editoriali alle spalle, ho maturato una certa determinazione.
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Fai quel che devi, fai quel che puoi


Rosa ha aperto la porta nonostante l’ora tarda.
Antonio le si è buttato fra le braccia, sconvolto, incapace di parlare.
Non lo vede da quasi un anno, ha il viso trasfigurato da una disperazione irrimediabile, l’animo appesantito da una colpa che non è sua.
Lo accoglie fra le proprie braccia, senza chiedere. Vuole lasciargli il tempo che gli serve, offrirgli il rifugio di cui ha disperatamente bisogno. Continua a leggere

L’esercizio del distacco

Un libro non scelto, spedito in omaggio, trovato in un pacco.
Un diario che sta lì, sospeso, fra prosa e poesia.
Indecisa in ogni pagina: mi piace o non mi piace?
Arrivata in fondo sento la fatica di questo continuo domandarmi: ma allora, mi è piaciuto o no?
La trama va e viene. Salta nel tempo, balzi continui fra presente e ricordi di una protagonista che descrive le ore di felicità assoluta con una tristezza disarmante. Continua a leggere