Leggere e non capire chi, quando, dove.
Leggere e domandarsi continuamente cosa si sta leggendo.
Proseguire nella lettura solo perché il precedente “Ogni giorno, ogni ora” era scritto con mirabile essenzialità e sembra quantomeno incoerente che la spigolosità tronca tipica della Dragnić sia del tutto scomparsa.
Non mollarci, resistere fino all’ultima pagina pensando che la colpa magari è anche un po’ mia che non sono concentrata.
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