L’elefante scomparso

L’avevo sottovalutato, tenuto fra gli ultimi di Murakami convinta fosse una raccolta delle solite, personaggi e storie in ordine sparso, piccoli doni in singole dosi.
E invece ne L’elefante scomparso c’è un germoglio fecondo, l’inizio di una storia cui seguirà un intero universo.

E’ qui che nasce L’uccello che girava le viti del mondo. Sei anni prima che prendesse la forma di un romanzo, l’uccello giraviti era già protagonista nella mente di Murakami. Me ne sono accorta pian piano da alcuni indizi disseminati lungo il cammino che quasi rischiavano di sfuggirmi nell’interezza del contesto. Poi, silenti, sono arrivati i personaggi, i nomi, il gatto, la trama. E mi son detta: non c’è un ordine possibile, non c’è un prima né un dopo, ogni parte è a sé, ogni parte completa le altre. Continua a leggere

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Da quassù***

Non mi sarei dovuto fidare. Il coordinatore aveva ragione, troppo rischioso lasciarli andare da soli. Avrei dovuto tenerli con me, ma Cecilia mi ha implorato, ha insistito lucidamente con la tenacia che la contraddistingue e Damiano, poi, ha tirato fuori quello sguardo sognante da bambino che desidera un regalo.
Non ho saputo dire di no. Per poterli tenere d’occhio con un solo sguardo avrei dovuto costringerli a fare il medesimo percorso. E invece li ho lasciati liberi, lei è scesa in golena, lui si è inerpicato sull’argine. Continua a leggere

Sull’argine**

Incerto cammina sul bordo del fiume, in una mano un bastone, nell’altra parole.
Quel ceppo di legno, così smilzo e allungato, gli serve a scalfire la punta del suolo.
Le frasi che agguanta, senza fare rumore, alle foglie si mescolano e il disordine sale.

Fra il sopra e il sotto è una gran confusione,
dove finiscono i rami, dove inizia l’inganno?
Ha la vista annebbiata da una notte senz’anima,
il riflesso nell’acqua è una fine invitante.
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