Vite al lavoro

Gli esperimenti di scrittura creativa hanno un fascino particolare.
Lo si scorge negli spazi bianchi fra le righe dei racconti.
É lì che si annida e velatamente si disvela la forza endemica che spinge alla scrittura.
Nelle zone vuote del narrato compare la logica, più o meno precisa, con cui uno scrittore che non pensa di essere tale, si ritrova ad esserlo.
Giocoforza o per istinto creativo, le pagine non mentono mai.

Ecco allora che racconti didascalici lasciano spazio a piccole autobiografie, tentativi fantasy si alternano a criptici misteri irrisolti, una perla dotta e letterariamente ricercata apre la strada al mondo dei QR Code onirici e dell’intelligenza artificiale.
Non si tratta qui di dire chi scrive bene o meno bene, chi ha talento o chi non ne ha, ma di apprezzare il progetto che ha dato vita ad una raccolta di diciotto racconti sul tema lavoro ideato da un datore di lavoro e affidato a chi lavora.

In questo volume variegato e composito io leggo un percorso a tutto tondo, generato da un labirinto creativo e frutto di uno sforzo collettivo. E un po’ di invidia la provo, perché dev’essere entusiasmante fare parte di un disegno così corale.
Grazie ai cari amici chi me l’hanno regalato, questo Vite al lavoro.

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