Poi, forse, mi volterò indietro e in un lento incedere a ritroso incapperò mio malgrado in tutte le pecche della mia anima lieve. In serrato ordine allineerò i ricordi, come i filari di vite coi loro rami secchi che mi si schiudono agli occhi in una mattina di gelo. Altro non ho che la regolarità sfocata di questa sequenza di frasche; mi aiuterà a scandire i rintocchi che mancano al tempo che sta per scadere. Un anno, un giorno, un minuto e ciò che ora è, più non sarà.
Sull’altro versante dell’orizzonte dovrò per forza guardare.
“Abbastanza pessimistica e vagamente coercitiva, mia cara Rebi. In effetti, a parte quell’anima lieve nell’incipit che tanto sa di poesia, hai scritto un epitaffio al 2018 in stile mio, molto freeze.
“Non volevo imitarti, Gian, semplicemente dar conto di un prima e di un dopo, come si è soliti fare a fine anno. E anche di un dentro e di un fuori, come è necessario fare quando ci si trova impantanati in inutili schemi mentali. Ti dice qualcosa tutto ciò?”
“Può essere, sì.”
“Già. E comunque, quell’anima lieve dell’incipit non era un vezzo poetico, bensì una citazione dei Negrita che tutta ci racchiude.”
Cosa porti con te?
spine negli occhi e dadi truccati
per sopravvivere
in mezzo a specchi di lacrime e sale
finisce qui
mai nessuno che ha provato a capire
meglio così
tu che brilli e il mondo non lo vede
timida e leggera come neve
anima lieve
*Rebi e Gian, capitolo 6
Bene, Rebi ha dato una lezione di stile a Gian, tanto lui era stato artefatto e pomposo nel suo epitaffio all’anno, tanto lei mostra un’intensità più raccolta, intimista. E anche la capacità di citare canzoni senza scendere di tono dal suo lirismo.
Brava Rebi
ml
Le giro i tuoi complimenti, ml caro. E chissà che Gian, stavolta, non riesca a fare qualche piccolo passo avanti. La musica aiuta, a volte.
😊
Li racchiude insieme, certo.
Due facce della stessa medaglia?
Probabile Meri, probabile.