Poi, forse, un giorno vi darò conto di tutto,
degli affronti e dei pudori, delle mancanze come delle malefatte.
Ora non ho tempo, devo sommare le promesse ai bilanci, separare il torto dalla ragione, ripercorrere tutte le strade che ho abbandonato ancor prima di poterle capire.
Lasciatemi qui, da solo, a toccare con mano nuda la terra brumosa,
a socchiudere gli occhi quel tanto che basta per scorgere la nebbia che neve sfiora.
“Che ne dici, Rebi, del mio epitaffio per questo 2018?”
“Dico, Gian caro, che un componimento così teatrale da te non me lo aspettavo.”
“Ti ho sorpresa, vero?”
“Vero.”
“Vorresti sorprendermi anche tu, declamandomi il tuo?”
“Lo farò, Gian. Lo farò domani, promesso.”
*Rebi e Gian, capitolo 5
Gian ha tutto un mondo sommerso che non svelare nemmeno a se stesso se non per accenni ed eccessi di parole che lo rendano fittizio.
Rebi intuisce e attende sorniona. Per me lo stanerà domani col suo epitaffio.
ml
Ci sta riflettendo, sai, ml. Rebi è lì che pensa a come comporre il suo epitaffio. La responsabilità non è di poco conto, di tentativi con lui ne ha già fatti, ma Gian, lo sappiamo, è un osso duro.
Le verrà fuori stanotte, di getto, come spesso le accade.
😉
between fog and snow
There’s a thin line
Rebi, colpisci e affonda, così magari Gian si dà una svegliata e inizia a guardarsi dentro.
Mica facile.
Che la notte le porti consiglio.
Non ha mai tempo Gian per scavare un po’.
Nemmeno la forza o la volontà o il coraggio…
Secondo me Rebi non vede l’ora di leggerlo sulla lapide, quell’epitaffio… carogna eh? Ma ripeto, oggi ho iniziato a leggerti, e la giornata è si e no, da 8.
Però leggendo leggendo potrebbe arrivare pure a 220 (nessuna allusione elettrica….)
Mi piacciono molto i tuoi commenti Franco.
Ti ringrazio per la pazienza nella lettura e per la fiducia.
Mi accontenterei di un bel 70! 🙂