Strane cose, domani

All’inizio ho storto il naso, sembrava una trama trita e vagamente forzata.
Poi ho inarcato le sopracciglia, nel capire gli ingranaggi l’interesse è aumentato.
Le labbra, dopo, si son serrate nel veder emergere i dettagli più truci.
Ho spalancato gli occhi, infine e lo scenario complessivo si è disvelato così: un finale senza finale, in volo su una mongolfiera.

Strane cose, domani è un racconto coerente, a tratti allucinante.
Montanari ricorda un po’ Robecchi, non solo per l’ambientazione milanese, ma anche per certi soggetti improbabili che girano fra le pagine e per quella vena di disincanto auto commiserativo del suo protagonista.

Vorrei rimanere sempre vergine nella memoria di quelle che mi hanno voluto bene, come quando sono entrato nella loro vita. Mi piacerebbe che mi ricordassero così, con tutta la magia che le ha incuriosite in quel primo istante. Non logoro, non consumato da ciò che è venuto dopo, dalle cose che hanno capito o saputo di me. Le meschinità che ci deludono sempre, che distruggono ogni aura di poesia e di amore intorno alla persona che abbiamo davanti.”

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