Incendi

Forse non l’ho capito, non sono riuscita ad entrarci dentro, ad empatizzare coi personaggi, a subire il fascino del fuoco con tutte le metafore complesse che si porta dietro.
Forse avrei potuto sforzarmi di più, lo ammetto.
Forse, più semplicemente, non era il momento giusto per incontrare questi Incendi.
O, forse, è la solita radicata idiosincrasia nei confronti di buona parte della letteratura americana che mi fa dire no, nemmeno Richard Ford.

Di colpo il fuoco fu tutto intorno a me, su per i pendii da entrambi i lati, davanti a me e alle spalle. Piccole lingue gialle e fiamme più lunghe si agitavano nel sottobosco abbastanza vicino a me, tanto che mi sarebbe bastato allungare un braccio per toccarle. Si sentiva un rumore simile a un soffio e il crepitare dei rametti in fiamme. Il calore mi investì tutto il corpo, davanti e lo sentivo in particolare sulle gambe e sulle mani. Respirai a fondo l’intenso odore caldo e resinoso degli alberi e del terreno infuocati. L’impulso più forte che provai fu di scappare da quell’inferno prima che mi travolgesse.”

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