
Libertà nella reclusione e moralità nell’inganno.
Legalità e verità sembrano strade contrapposte.
Giusto e sbagliato sono punti di vista nell’immedesimazione.
Queste le parole che ho appuntato nella mente mentre leggevo Impossibile e subito dopo rileggevo Il giorno della civetta.
Erri che evoca Sciascia induce inevitabilmente a leggere ancora, a tanti anni di distanza dalla prima volta, il suo “racconto”, con animo diverso, che rivisita il passato, attualizzandolo, che giudica i fatti dalla distanza del presente.
Diversi i livelli strutturali che si intrecciano fra due opere così evocative nel loro comune filo conduttore: la libertà che funambolica cammina sul filo della giustizia.
Il multistrato interpretativo conferma una salda verità: Erri è da leggere a piccole dosi e con la dovuta calma, tanto è denso, ricco, infinito.
“Perché mi piace questa lingua italiana, le sue precisioni che proteggono dalle falsificazioni. La lingua è un sistema di scambio simile alla moneta. La legge punisce chi stampa biglietti falsi, ma lascia correre chi spaccia vocaboli falsi. Io proteggo la lingua che uso.”