Perché ti hanno dato un nome così, che sembra uno strumento di misura, una cornice rettangolare senza valvole di sfogo, un monte livellato con le cime non più appuntite: Ermete? I vestiti ti vanno stretti, ti muovi goffo nel peso ingombrante che hai, ad ogni sguardo ti vergogni, vorresti essere diverso, molto diverso da quello che sei. Sempre a tirare in avanti il maglione nel tentativo di non farlo aderire al ventre pingue, sempre a piegare le spalle perché a rannicchiarti più magro ti sembra di essere. Correre per te è fatica, la pelle si irrita fra le cosce, il sudore copioso di vergogna ti inonda. Gli altri sfrecciano leggeri, in ogni cosa ti superano e da lontano, maledetti, ti irridono. Se sei Ermete e hai solo dieci anni, è fra le braccia di tua madre che vuoi andarti a rifugiare.
I nomi sono una vera condanna, nel bene e nel male….ciao Stefy!!
Nei sai forse qualcosa…?😉
Che bello Rosi trovarti qui! 😘
It’s the right place
Mother’s arms.
parli di un Ermete che conosci??? se non ricordo male quello scolastico appartiene alla mitologia greca, ermetico ed ermetismo significano chiusura… forse è questa la tua ermetica metafora???
Parlo di ciò che i nomi evocano, dei rimandi, dei suoni, delle durezze o morbidezze, dei colori, dei ricordi.
Benvenuto Tads e grazie del passaggio!
🙂
eppure a me sembra che Ermete si addica a un bimbo grassoccio, per sua sfortuna, perchè è come una conferma alla sua obesità.
e se sembra, il nome, uno strumento di misura, quello strumento è sicuramente una perfida bilancia 🙂
ml
“Nomen omen”, come si diceva qualche tempo fa con Rodix….☺