Uomini senza donne

Uomini senza donne

Reinventarsi, cambiandosi, in nuove forme di sospensione.
Rimanere fedeli al proprio talento, dilatandolo in rivoli narrativi di conclamata semplicità.
E’ questo l’ultimo Murakami.

Uomini senza donne è il libro di mezzo, è l’origine, è il punto di approdo.
E’ il compromesso finalmente raggiunto fra i mondi paralleli e la concretezza del reale.

Delicatezza impalpabile, malinconia sottile, pacata ineluttabilità.

Ho fatto pace con Haruki.

Un giorno all’improvviso diventi uno dei tanti uomini che non hanno una donna. Quel giorno viene di colpo a farti visita senza che tu ne abbia il minimo presentimento, senza il minimo preavviso, senza annunciarsi bussando o schiarendosi la gola.

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20 pensieri su “Uomini senza donne

    • Davvero, ml? Vorrei tanto che ti riappacificassi con Haruki. Sul comodino, sotto la Ferrante, potresti mettere gli uomini senza donne. Ho trovato, in questi racconti, un equilibrio quasi perfetto. Ti aspetto! 😉

  1. Stefania….
    Uomo senza la donna che cambia la vita, questo sono io…
    Per fortuna…. di amiche ne ho….
    Ormai prossimo all’alba dei 50 anni, non sono riuscito a coronare il sogno di una vita.
    Pensare…. che ormai in ogni poesia che scrivo… l’icona femminile.
    La paragono ad una dea, una divinità che fa capolino nel sogno.
    Poi… al mattino si dipana-dilegua nel chiassoso orizzonte della realtà.
    Mi hanno definito un leopardiano… forse… sarà vero…
    ma è molto dura, la REALTA’
    Cara Stefania,
    scusami… perdonami se ho descritto la mia situazione.
    Ma… io sono così… la scrittura mi salva la vita.
    E… io ti ringrazio tanto di aver reso possibile…
    questo tuo blog.
    Che accomuna diverse persone con idee e pensieri.
    Ciao a presto!
    MIRCO

    • Leopardiano o no, amico mio poeta, la tua sensibilità trascende: i confini del reale, i contorni del sogno che nutrono i tuoi versi di linfa continua. Non fermarti, continua a sperare, non smettere mai di salvarti la vita.
      Grazie.

  2. Sai Stefania, credo che uomini senza donne sia ancora una tappa di avvicinamento a quella che penso essere l’ispirazione dello scrittore, rendere inscindibili i mondi paralleli, dove il confine tra reale e irreale non esiste. Magari è quello che cerco io nella sua lettura, ma aspetto sempre con ansia il suo prossimo romanzo in cui non si riesca ad identificare quale è il mondo reale, in cui ci si possa perdere e nel quale non ti poni neanche la domanda se è reale … e che ti possa far vedere davvero due lune in cielo.

    • Sai, Corrado, non avrei saputo descrivere meglio l’atteggiamento con cui mi pongo nei confronti di Murakami. E’ proprio come dici tu, quando arrivi a non domandarti più dove sia il confine fra reale e immaginario, ecco che sei completamente immerso nell’ispirazione dello scrittore. E’ una sensazione pacata e totalizzante.
      Benvenuto fra le mie righe, averti qui mi rende felice. Grazie.

  3. Ho abbandonato altre letture in corso o in programma per dedicarmi al libro di haruki (ma il cognome e’ haruki o murakami?). Devo ricoscere che e’ una lettura piu’ piacevole di altro che avevo letto di lui. Per ora ho letto solo tre racconti ( molto apprezzato quello sul dottot tokai) e trovo che abbia una scrittura “britannica” (precisa, dettagliata, ma emotivamente distaccata, freddina)
    ml

    • Le mie scarne parole ti hanno spinto ad abbandonare e riprogrammare, onorata sono! E onorato sia pure Haruki (che mi pare essere il nome). Sharhazad è il mio racconto preferito all’interno della raccolta, induce una curiosità tale da farti apprezzare il desiderio di sapere fine a se stesso, senza scopo alcuno, in sé e quanto tale. Non trovi?
      Più che scrittura britannica la definirei asettica. Il genio di Haruki sta nel trasmetterti emozioni attraverso uno stile narrativo spersonalizzante. Sei avrai voglia di leggerlo ancora, ti consiglio “norwegian wood”, capolavoro assoluto di emozioni impattanti e profonde che passano attraverso canali narrativi “freddini”.
      Grazie, ml, mi hai fatto una bella sorpresa!

  4. ecco, ho terminato il libro e confesso che la lettura è stata un coinvolgimento progressivo. sono d’accordo con te che Sharazad è il racconto più poetico e smentisco la mia affermazione sulla sua scrittura britannico/asettica. è qualcosa di più sottile, i racconti di questo libro fluttuano leggeri. anzi rubo una metafora a murakami: i suoi racconti sono lamprede che ondeggiano mimetizzate tra le alghe, io lettore ci posso passare sopra velocemente senza che nulla mi succeda, ma se mi soffermo ecco che la lampreda mi cattura come una trota e mi risucchia inesorabilmente svuotandomi da altro e riempiendomi di sè.
    contento di averti dato retta. 🙂
    ml

    • …e ti dirò di più, su di me quella lampreda ha un effetto ancor più penetrante perché è capace di catturarmi anche se non mi soffermo. Magari me ne accorgo a posteriori, ripensandoci a distanza. E’ una sensazione strisciante che si insinua silente e nell’inconscio pervade.
      Contenta che tu sia (ri)entrato nel mondo di Haruki. Ora so che mi capisci 🙂

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