Trasparente

Questo racconto ha partecipato al gioco di scrittura http://mimettoingioco.wordpress.com/2014/12/06/trasparente/

Trasparente
“Un biglietto per Napoli, per favore.”
“Dunque…Napoli…vediamo…frecciarossa, frecciargento, intercity…?”
“Non importa, il primo che parte mi va bene.”
“Il primo treno diretto è un frecciarossa alle 13,03, ma sono rimasti solo posti in prima classe, oppure c’è un frecciargento alle 13,25, ma non è diretto, deve cambiare a Termini, altrimenti c’è l’intercity delle 13,50 che è diretto, ma ci impiega quasi nove ore per arrivare a destinazione. Cosa vuole fare Signora?”
“Dico si, tutti quei ma non mi interessano.”
“Si? In che senso si? Non capisco, mi scusi.”
“Devo andarmene da questa città.”
“Questo lo capisco, ma dovrebbe indicarmi con quale treno vuole lasciare questa città.”
“Un biglietto per Napoli, grazie.”
Al bigliettaio solerte devo fare pena, non mi chiede altro, stampa un biglietto, ritira i soldi che gli allungo nell’apposito spiraglio sotto il vetro di protezione e conclude in questo modo la nostra breve conversazione:
“Binario 6, in partenza fra ventinove minuti, buon viaggio Signora e stia attenta, mi raccomando.”
Non so se interpretarlo come un monito o un auspicio, sta di fatto che me lo dice con un tono talmente compassionevole da farmi sentire peggio di come sto.
Ammesso che sia possibile stare peggio di come sto. Continua a leggere