Al sogno **

Al sogno

“Devi camminare ancora, non è qui.”

Flora lo dice senza alcuna pietà per le mie gambe stanche, non si cura della mia fatica. Nemmeno io, per la verità. Flora ha trovato nostro padre, è l’unica cosa che importa, alle gambe penserò poi. Non so come abbia fatto a scovarlo, lo abbiamo cercato per tutta la vita senza riuscire a scoprire nemmeno il suo nome. Io, dopo anni di tentativi inutili, ho rinunciato; Flora no, Flora non molla mai. Tracce di lui non ce n’erano, non nei ricordi deliranti ed incoscienti di nostra madre, non nel silenzio dei parenti, non all’anagrafe cittadina. Un uomo comune, scomparso in un giorno qualunque quasi quarant’anni fa. Continua a leggere

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Cinque lune *

Cinque lune

Claudicante, il bastone impugnato senza forza, Adamo attraversa Ponte Milvio più veloce che può. Le gambe non lo seguono con la velocità che vorrebbe, si sforza di trascinarle con una naturalezza che non ha, sa bene che sono movimenti goffi quelli che lo accompagnano alla fermata di Maresciallo Diaz. Una ragazza con le cuffiette, vestita di niente e con lo sguardo assorto nello scorrere del Tevere, è stata così gentile da scaricargli il percorso del tram sul cellulare. Ora Adamo sa come deve fare per arrivare a destinazione, ringrazia la ragazza tenendo gli occhi a terra, nasconde la timidezza proiettando lo sguardo sul cemento rovente. Continua a leggere

Birdem&Eray

Birdem&Eray

Seduta su una panchina di marmo, Birdem osserva la Fontana del Moro, l’acqua che zampilla dalle bocche dei tritoni, le monetine opache che paiono ondeggiare fra le increspature limpide. Birdem è giovane e ancora non sa che Piazza Navona è un luogo speciale, uno di quegli scenari perfetti per incorniciare i momenti decisivi della vita.
Lo sa bene Eray, che le siede accanto.

E’ quasi sera, la bandiera dell’ambasciata brasiliana sventola alta alle loro spalle, una musica ritmata li raggiunge dall’altro lato della piazza, dalla parte della Fontana del Nettuno.

Cerco un posto per sedermi, Birdem ed Eray, abbracciati, mi invitano ad accomodarmi al loro fianco. La lingua che ci unisce è un inglese cadenzato che fa da ponte fra il mio italiano del nord ed il loro turco di Istanbul. Continua a leggere