
Tutti in fila, sì, perché il desiderio di ridere prevale.
Uno dietro l’altro, diversi fra loro ma simili in fondo, con quell’essere presenze costanti, a ritmo cadenzato, ché leggere, con questi qui, è come farsi un regalo.
In successione casuale vien quasi voglia di paragonarli, Salvo, Vincenzo e Carlo, e nel metterli a fianco ritrovare in loro quel filo comune di umanità sottesa.
Un crescendo di stile, Camilleri, De Silva, Robecchi, in un modo così avvezzo, ormai, da esser confidenza.
È stato il tempo delle pagine note, lette in sequenza, quasi come un bisogno. Continua a leggere