Inés dell’anima mia

Non si stanca mai Isabel Allende di raccontare storie di donne.
Inés dell’anima mia va decisamente oltre il racconto, è un romanzo storico sulla fondazione del Cile, è un’epopea di guerra, un miscuglio sudamericano di realtà, magia e avventura, un rincorrersi ordinato di ricordi, ipotesi, certezze.

Nel mestiere difficilissimo di ornare la storia per renderla letteraria la Allende è regina indiscussa.
Scritto come solo lei sa scrivere, con la perfezione di chi è nato per fare questo, Inés dell’anima mia è un poderoso gioiello talmente vivido da essere vero.

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Il sale della terra

Il sale della terra, il sole rovente nel cielo, il deserto che tutto inghiotte, il cuore di una madre disposta a dare la vita per salvare il proprio figlio, il coraggio di un figlio trattenuto nel silenzio. E poi i narcotrafficanti, le leggi del cartello, le teste mozzate e i segnali di avvertimento e la paura che si fa terrore quando arrivano i Jardineros. E poi ancora le poesie, le tazze di caffè, i giochi di parole, i libri letti ad alta voce e i pranzi di famiglia. E anche gli incontri, le anime perse e quelle in pericolo, i gesti delicati e le azioni crudeli, la coscienza e i suoi rimorsi e il cuore in pace che in pace non è mai.

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Questa non è una canzone d’amore

robecchi

Un giallo in cui non ci sono commissari burberi, stronzi, né fascinosi, ma è la stessa vittima a farsi investigatore.
Un romanzo in cui il protagonista è tanto improbabile quanto convincente, destinatario inconsapevole di sorti altrui.
Una trama ricca di comprimari aneddotici che ad anelli si incastrano per svelare il mistero.
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Eppure cadiamo felici

neach-gaoil (gaelico)
la persona che vive dentro il tuo cuore

C’è un’età, non più adolescenziale e non ancora adulta, in cui non si hanno certezze su come approcciarsi alla vita. È l’età in cui le relazioni interpersonali sono scandagliate a fondo dagli animi sensibili, quella in cui si scopre che innamorarsi è energia travolgente, che disilludersi è dolore insopportabile, che ritrovare un proprio equilibrio è forza assoluta.

Enrico Galiano racconta questa età con occhi di ragazza, attraverso il significato di parole uniche e intraducibili, usando l’etimologia e la filosofia come binari certi di un percorso di crescita. Eppure cadiamo felici non è solo un bel titolo, è anche un bel romanzo.

yuugen (giapponese)
consapevolezza dell’universo che risveglia un sentimento troppo vasto, indica una indecifrabile profondità e la bellezza nascosta, il fascino delle cose in penombra che non si riescono a comprendere perfettamente

Dev’esserci un motivo se ultimamente mi avvicino a libri che mai avrei sospettato di voler leggere. Credo sia per via di una certa nostalgia, quella, sottesa, dell’età dell’inconsapevolezza. Guardo il mare di Sa Mesa Longa e mi viene quasi voglia di riavvolgere la pellicola, fare un balzo indietro, di trent’anni almeno.

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La scuola cattolica

Albinati primavera

Quante cose potrebbero dirsi:
è romanzo, diario, saggio, cronaca, confessione, intreccio di ricordi.

È la summa della nostra epoca, è compendio sublime.
È il racconto di ciò che siamo, il migliore di tutti, io paragoni non ne trovo.
È che sono fiera di averlo letto. E non mi era mai capitato prima.
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La fine del mondo e il paese delle meraviglie

La fine del mondo1La fine del mondo2

Me lo sono trascinata per intere stagioni.
L’ho iniziato quando le maniche erano corte ed i fiori da poco sbocciati.
L’ho ripreso in mano, dopo vari abbandoni, insieme alla tisana bollente mentre il ghiaccio ricopriva l’erba del giardino. Continua a leggere