La zona cieca

Se è vero che gli opposti si attraggono, che le anime fra loro distanti si compensano, che quando si è diversi ci si incastra alla perfezione, cosa accade quando a provare attrazione sono due personalità convergenti, egualmente disturbate?

Succede che l’incontro di sofferenze endemiche genera nuove sofferenze, ulteriori percorsi di dolore, paure e pericoli che prima non c’erano. Lo sanno bene Lidia e Lorenzo i protagonisti de La zona cieca, psichiatrica e anoressica lei, depresso e pieno di dipendenze lui. E’ rivelatore questo libro di Chiara Gamberale, perché racconta un lato del disagio che di solito non si indaga: il disagio doppio, il disagio che si somma nell’amore.

Le storie che raccontano di percorsi mentali complicati e irrazionali esercitano su di me un fascino ancestrale, come se l’origine dell’uomo fosse racchiusa in quei percorsi confusi, non nell’evoluzione, non nella socialità.
Il disagio psichico mi attira più di ogni altra manifestazione della mente umana, più dell’ingenuità e purezza dell’infanzia, più della saggezza e pacatezza della vecchiaia, più del genio, più della bellezza, più dell’estro, più dell’intelligenza.

Più di tutto mi attira la follia.

Ecco perché mi è piaciuto molto questo romanzo di Chiara Gamberale. Di lei conservo un illuminante e dolcissimo articolo sulla sindrome bipolare, in cui racconta di sé e della propria vita altalenante. Ogni tanto lo rileggo, cerco di immedesimarmi, provo a capire. So che non potrò mai comprendere fino in fondo, però so che continuerò a provarci, attraverso i miei libri, coi miei racconti, nei miei pensieri.

 

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