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Le dimensioni di questo inizio d’estate.
Il mio numero doppio.
Gli anni che compio.
Le copie del mio nuovo romanzo già acquistate in prevendita dai miei lettori. Continua a leggere

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Fra una sottile striscia d’asfalto e un dilagare d’erba

La campagna scorre lenta di là dal finestrino, lo sferragliare delle ruote motrici sulle rotaie accompagna il suo viaggio come una nenia. Silvia si gode il panorama della bassa modenese, i frutteti, i filari di vite, le case sparse nei “carradoni” di campagna, i piccoli rivoli di irrigazione coi mezzi agricoli che dissetano la natura arsa da un’estate caldissima. Si stupisce di certe fermate in stazioni di campagna sospese nel nulla, dai nomi sconosciuti e singolari come quella di Rolo-Novi-Fabbrico, che abbraccia tre paesi e due Province, che dal modenese transita nel reggiano con un triumvirato di comuni a sancire un filo conduttore condiviso, una cucitura perimetrale a quelle terre laboriose che nemmeno la violenza di un terremoto devastante ha potuto annientare. Continua a leggere

Alfredo*

La decisione di vivere nell’oggi Alfredo l’ha presa in un attimo. Gli è bastato poco per capire che interrogarsi è superfluo, che recriminare è inutile, che pensare al passato è dannoso. Le paure, ne è certo, non servono, sono materiale tossico che inquina l’esistenza. Alfredo sa che non è forza la sua, piuttosto uno scellerato istinto di sopravvivenza. Ogni giorno è un oggi e nell’oggi di questa giornata di aprile c’è un solo obiettivo importante: arrivare a sera.
Alfredo che non è a casa in nessun posto. Continua a leggere

Sante e Cipriana*

Una sfuriata a settimana, con cadenza la domenica, di solito.
Se Cipriana muore di silenzio e nostalgia per sua patria Romania – povera nazione! povera nazione! – colpa vostra, lo sai, vero, vecchio Sante?”
Sante deve solo ascoltare, per fortuna ha deciso di non parlare più, non sarebbe in grado di reggere la fatica di un contraddittorio con chicchessia, figurarsi con Cipriana che quando attacca con la litania delle rimostranze è peggio di una grandinata d’estate.
Se tu parli io almeno compagnia qui dentro e non morire di silenzio! Parla!”
Sante guarda Cipriana, sa che il gran finale sta arrivando, la conosce talmente bene che acconsente al suo bisogno di avere l’attenzione dello spettatore al massimo livello possibile quando l’apoteosi si avvicina.
Sante tu fare me promessa. Tu giurare me che farai cosa che io ora ti chiedo quando Cipriana sarà morta e stecchita di solitudine. Tu scrivi su mia bara:
Cipriana che aveva nostalgia di Romania, sua terra, ma anche tanto voluto bene ai Rivarossa, tutti i Rivarossa, grandi e piccini.
Tu prometti me Sante?”
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Silvia*

Dormire di giorno le provoca affanno. Se il sonno è ristoratore, il risveglio è confuso, porta tracce di inadeguatezza oraria, di tempo perso e vita sprecata, un affronto impudente al ritmo circadiano. Sognare di giorno le capita raramente e quando succede è da strani figuri che lo trova animato, come l’essere minaccioso generato pochi minuti prima dal suo inconscio: nel sogno le pareva un mostro orripilante dalla lunga chioma invadente, nel momento del risveglio un ridicolo cartone animato stampigliato sul muro. Nell’immaginario di Silvia non ci sono vie di mezzo: le speranze sono certezze, le paure sono tragedie, i “se” sono “no”, i “ma” sono “si”. Continua a leggere

Pietre sopra è realtà

Obiettivo raggiunto! 200 copie preordinate in soli 28 giorni! Grazie a tutti gli amici e ai numerosi lettori che hanno avuto fiducia nel mio progetto e che hanno permesso a Pietre sopra di diventare realtà. Ora il team di bookabook si occuperà dell’editing del mio manoscritto, dell’impaginazione, del progetto grafico, della stampa e della distribuzione. Continua a leggere

Leila*

A Leila piace guardarsi intorno, le pareti delle stanze di casa le rivelano ogni giorno qualcosa di nuovo, concetti che non riesce ad afferrare, per lo più, ma che le regalano ispirazioni continue. Spesso si chiede perché la gente non si soffermi ad osservare le ombre che attraversano i muri, i prolungamenti degli oggetti sull’intonaco, le proiezioni delle cose inanimate che sembrano acquisire vita quando si riflettono sul muro bianco, che candido non è mai perché assume sfumature diverse a seconda di come ci rimbalza sopra il sole. Se la luce è di taglio del primo mattino o radente quando il sole è calante, le cose si trasformano, i pensieri cambiano, le parole mutano. Le stanze si accendono e si spengono a seconda delle stagioni, di come è il cielo, di quanto sono sfessurate le persiane di casa sua.
L’universo che c’è fuori si riflette dentro Leila. Continua a leggere