Avvicinarsi incautamente, come se il giallo che inonda
fosse bagliore di passaggio e non spettacolo immanente.
Provare anche a ricordare, non per indugio, ma per evolvere,
nell’incrollabile fierezza di chi pretende di sapere.
Cullarsi stretti in quel varco dove rude e delicato han confini troppo vacui,
dove incrollabile è la pervicacia di capirsi fino in fondo.
Aggrapparsi ad un dirupo che nel profondo ha un’onda curva
quasi quanto l’altalena degli umori che traboccano. Continua a leggere
A caso, di nuovo
4