A caso, di nuovo

Avvicinarsi incautamente, come se il giallo che inonda
fosse bagliore di passaggio e non spettacolo immanente.
Provare anche a ricordare, non per indugio, ma per evolvere,
nell’incrollabile fierezza di chi pretende di sapere.

Cullarsi stretti in quel varco dove rude e delicato han confini troppo vacui,
dove incrollabile è la pervicacia di capirsi fino in fondo.

Aggrapparsi ad un dirupo che nel profondo ha un’onda curva
quasi quanto l’altalena degli umori che traboccano.
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A caso

A caso

Parlare lentamente, come se il tempo non dovesse finire e le luci rimanere accese.
Provare anche a gioire, non di corsa, ma fermi, nell’assurda persuasione che le ombre siano solo proiezioni.
Non cedere agli sguardi, quelli furtivi che vorrebbero raccontare mentre implorano di non farlo, quelli insistenti che indagano impavidi e non conoscono ritegno. Continua a leggere