Un podio così ce l’abbiamo solo noi. La piattaforma sospesa sul rettilineo di partenza del circuito di Monza è una struttura circolare bordata di rosso, a sbalzo sull’asfalto, protesa sul pubblico. Il podio di Monza è l’unico al mondo sotto il quale i tifosi possono assistere alle premiazioni stando a pochi metri dai piloti.
Come fan a un concerto di rockstar.
Ai piloti piace avvicinarsi alla gente, vedere la chiassosa marea umana che solo il Gran premio d’Italia concede ai loro occhi. “Il calore che c’è qui” – dicono – “in nessun altro posto al mondo”. Merito della vicinanza fisica, dell’italianità, della passione che Monza non riesce a lesinare e di quel cavallino gigantesco che ondeggia sulla marea.
Tocchi tricolore ovunque in giro per il circuito, sui cordoli della Lesmo e alla Parabolica, sulle gru di sollevamento, nella segnaletica orizzontale. Segni distintivi di quell’orgoglio nazionale che ci contraddistingue ovunque, perché a Monza è sempre festa, anche quando Fernando è fuori gioco e Kimi fatica nelle retrovie.
Con Rosberg in vena di slalom, Hamilton ha alzato la coppa al suo posto. Con Vettel annebbiato da una patina opaca, Ricciardo ha stabilito la definitiva supremazia.
Bella questa nuova Formula 1, lo scetticismo d’inizio mondiale è svanito del tutto.
C’è una nuova generazione di piloti che corre veloce e senza paura.
Una nuova epoca è davvero iniziata.