Ovunque, proteggici

Ovunque

L’ho letto lentamente, con l’attenzione e la dedizione che riservo ai libri importanti. Ad alta voce ho ripetuto, e nel silenzio ho ripercorso, le pagine più dense. Quasi tutte, direi.

Un tragitto lungo, a tratti arduo come scalare una montagna a piedi nudi, impegnativo come una responsabilità che non si vuole avere, stimolante e pervasivo come una sfida continua che non si deve perdere. E’ così Ovunque, proteggici di Elisa Ruotolo: un romanzo di sostanza, un racconto doloroso, rivelatore di una lingua che credevo esaurita e che invece ho riscoperto viva e vigorosa.

Ci sono inciampata su Ovunque, proteggici leggendo una recensione autorevole che così titolava: Più puzzolente e affascinante di Cent’anni di solitudine. Lascerei stare Gabo, non scomoderei “Cent’anni”, romanzo assoluto che di paragoni non ne può avere.

Ovunque, proteggici ha valore intrinseco, consistente di trame e personaggi, ricco di una prosa meravigliosa che di paragoni non ha bisogno.

Elisa Ruotolo merita di essere letta perché è capace di elevare il linguaggio e di arricchire con le parole. Nella mia libreria, la posiziono fra i classici, perché dei classici ha la forza e perché dei classici, ne sono certa, avrà la stessa, inesauribile, durata.

Dicono ci sia un punto debole nelle cose. Nei vetri, per frantumarli. Nel ferro, per domarne la forma. Nei corpi, per morirne.

Ovunque

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