La fine

Io Nesli nemmeno sapevo chi fosse. Non conosco, non capisco e raramente apprezzo il mondo dei rapper e mai avrei immaginato che un beatmaker potesse scrivere uno dei più bei testi italiani di questi ultimi anni.

Quando ho scoperto che La fine, cantata da Tiziano Ferro, l’ha scritta il fratello minore di Fabri Fibra, mi sono detta che è bello cambiare idea se qualcuno mi sorprende positivamente. Anche se è un rapper con un passato di droghe, vandalismi e riformatorio. La Fine Nesli non l’ha solo scritta, l’ha anche cantata e su youtube è stata vista dodici milioni di volte. Si confessa questo ragazzo dal viso enigmatico, ricordi di un’esistenza insicura ed instabile trasformati in versi per esorcizzare la paura di sé e delle proprie azioni.

Io non lo so chi sono e mi spaventa scoprirlo
Guardo il mio volto allo specchio
ma non saprei disegnarlo

Possiedono, le parole di questa canzone, una drammatica consapevolezza delle colpe, dell’inutilità di chiedere scusa a chi è stato ferito e deluso, dei contraccolpi profondi causati dalle azioni violente. Però Nesli è un combattente e non smarrisce la speranza di potersi rialzare e di potercela fare a dispetto del mondo. Senza autocommiserazione,  senza piangersi addosso, senza falsi paraventi.

Questa vita – ha detto mia madre- figlio mio va vissuta
Questa vita non guarda in faccia
e in faccia al massimo sputa

Mi piacciono i versi di Nesli, parole di lotta, fragilità che anela al vigore, durezza che si pente di essere tale.

I due video, quello di Nesli e quello di Tiziano, guardati in sequenza, lasciano dietro una scia di tristezza. Nesli, con la voce secca, ha un ché di compassato. Tiziano, con le corde magnificamente morbide, lo trovo straziante.

Pubblicità