L’elefante scomparso

L’avevo sottovalutato, tenuto fra gli ultimi di Murakami convinta fosse una raccolta delle solite, personaggi e storie in ordine sparso, piccoli doni in singole dosi.
E invece ne L’elefante scomparso c’è un germoglio fecondo, l’inizio di una storia cui seguirà un intero universo.

E’ qui che nasce L’uccello che girava le viti del mondo. Sei anni prima che prendesse la forma di un romanzo, l’uccello giraviti era già protagonista nella mente di Murakami. Me ne sono accorta pian piano da alcuni indizi disseminati lungo il cammino che quasi rischiavano di sfuggirmi nell’interezza del contesto. Poi, silenti, sono arrivati i personaggi, i nomi, il gatto, la trama. E mi son detta: non c’è un ordine possibile, non c’è un prima né un dopo, ogni parte è a sé, ogni parte completa le altre. Continua a leggere

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L’uccello che girava le viti del mondo

L'uccello che girava le viti del mondo

Più o meno un anno fa, più o meno in questi giorni, Lisa mi scriveva:

“Ho letto Murakami, semplice come un fumetto giapponese,
complesso come un romanzo russo.”

Ho pensato spesso alle parole di Lisa, che i romanzi russi e i film giapponesi li ha sempre amati, che è lettrice competente e capace di giudicare.
Ho pensato alla semplicità e alla complessità, alla naturalezza e all’artificio, a quanto sia difficile coniugare certi estremi facendone un corpo solo, all’apparenza perfetto benché incoerente. Continua a leggere