Australian cargo

Australian cargo

Non ho resistito, prima ancora di finire Australian cargo ho cercato in rete un’immagine dell’autore, Alex Roggero. Volevo vedere che faccia ha.
Avevo bisogno, per proseguire la lettura, di avere presente i lineamenti del suo viso, di associare una figura all’idea di persona che mi stavo facendo leggendo il suo diario di viaggio. E così ho terminato il racconto di Alex in compagnia del suo viso irregolare, dei suoi occhi infossati, della gran chioma disordinata.

Alex Roggero è un fotografo di professione che narra con fotogrammi e parole le realtà che insegue. In Australian cargo, però, è prima di tutto un uomo che, ripercorrendo i ricordi del nonno emigrante, ne va a cercare le tracce nella terra della libertà.
Si imbarca come passeggero su una nave mercantile e attraversa i mari di metà continente per raggiungere l’Australia, in un viaggio lento e meditativo, in un percorso di ricerca.

E’ coraggio indomito che lo spinge a dormire nella foresta in una capanna popolata da varani e mallamee. E’ incoscienza pura che gli fa percorrere da solo migliaia di chilometri nel bush australiano a bordo di una Toyota abbrustolita. E’ desiderio di libertà primordiale che lo spinge ad aspettare pesci volanti e tartarughe giganti. E’ anelito d’infinito che lo fa stare sdraiato di notte a testa in su ad osservare la Croce del Sud mentre il cargo varca l’oceano.

Ed è il bisogno d’amore che lo porta a cercare una donna sconosciuta capace di scaldargli il viso con una mano.

Nel Queensland, a Fremantle, Kalgoorlie e ai piedi dell’Uluru pure io ci sono stata, ma io sono una turista che guarda il mondo con comodità e dai viaggi porta a casa idee, sensazioni, ricordi. Alex, invece, è un vero viandante che nel viaggio acquisisce una nuova identità, perché dopo ventisettemila chilometri in mare si diventa parte della ciurma, si diventa marinai.

Ho impiegato poco a prendere la malattia dei mercantili, e spero che non mi passi mai più perché, non ho alcun dubbio, questo è l’unico modo di viaggiare. Viaggiare pensando, ricordando. Il mercantile cammina sul mare a passo lento, e le distante non si misurano più in miglia o chilometri, ma in ore, giorni, a volte anche mesi. Così i nostri pensieri possono finalmente smettere di rincorrerci. Si avvicinano a noi, ci affiancano, e poi, senza alcun avviso, ci superano.

Australian cargo

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