In comune hanno niente.
Antipodi di scrittura, umanità distanti, cervello e ventre.
Uno rigoroso nel descrivere l’impossibile, l’altro viscerale nel raccontare la realtà.
Il mestiere dello scrittore è così simile a L’arte di correre che fa quasi innervosire: i cassetti mentali da cui attingere ricordi, l’esercizio costante senza cui il talento è destinato a svanire, il prendersi cura del corpo per avere la mente libera e pronta per raccontare, il disinteresse per i premi letterari, tema specioso, in verità.
Il più e il meno è una miscellanea di spezzoni già echeggiati, di evidenze già vissute, di temi che ritornano senza invecchiare, di introspezioni gelide che hanno dentro il fuoco. Continua a leggere