Rafa è Rafa

Spalla sinistra, spalla destra, naso, orecchio destro, naso, orecchio sinistro, naso, sei palleggi, lancio della palla, estensione del braccio, impatto a 200 km orari.

Questo è Rafael Nadal.

Ad ogni turno di servizio un eterno rituale, una serie ripetitiva di scaramanzie, una vera ossessione.

Come quella delle bottigliette d’acqua e di integratori da cui beve sempre nella stessa sequenza e che appoggia al suolo nella stessa identica posizione, solo dopo avere accuratamente avvitato i tappi con gli stessi identici movimenti. Ogni volta così, ogni cambio di campo di ogni partita da quando Rafa è Rafa. Un tennista diverso da tutti gli altri.

Se cercate sue immagini in rete ne troverete una impressionante: Rafa che colpisce un rovescio senza maglietta. Una montagna spaventosa di fasce muscolari in tensione, una tartaruga Ninja. Raffaello, appunto. Di uno così pensereste che fa il culturista, non di certo che pratica lo sport dell’eleganza perché ha un corpo disumano, che spaventa. E un talento altrettanto disumano perché contrario alle regole del tennis in cui la potenza fisica dovrebbe essere bilanciata dalla raffinatezza del gioco cha Nadal proprio non ha.

Rafa è preciso, potente, coordinato, padrone del campo, ma ogni maestro che si rispetti non consiglierebbe mai ad un allievo di imitare i suoi colpi. Soprattutto quel dritto a 360° che nessun manuale del tennis potrebbe mai contemplare, che sa fare solo lui e che riesce sempre a mettere dove vuole.

Oggi Nadal ha deluso dicevano i commentatori sportivi. Io dico di no, dico che a Rafa si perdona tutto, anche di essersi fatto sovrastare da Djokovic nella finale del torneo di Montecarlo, quello che inaugura la stagione della terra rossa, la sua superficie preferita, il campo di cui è Re incontrastato.

Oggi a Rafa è mancato il rovescio e la convinzione di poter vincere per l’ottava volta consecutiva il suo torneo portafortuna dicevano altri commentatori.

Io dico che il rovescio e la convinzione torneranno e che a Rafa si perdona tutto.

Perché Rafa non è perfetto, Rafa è unico.

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