Nel silenzio delle nostre parole

Quando le aspettative sono alte e man mano che si avanza con la lettura ci si accorge che vengono disattese, si arriva alla fine di un libro che si fatica ad esprimere un giudizio oggettivo.

Da “Nel silenzio delle nostre parole” di Simona Sparaco mi aspettavo sacche silenziose e cariche di significati alternate a impennate liriche vibranti. E invece ho trovato un evolversi tendente al piatto con un andamento regolare e in parte prevedibile.

Un titolo così bello è evocativo di per sé, fa librare la mente nel vuoto degli spazi e nell’ingombro di certe inconsistenze relazionali; volare così alto per un intero romanzo non è di certo semplice.

Forse basta non far caso agli sviluppi facilmente immaginabili delle storie che si intrecciano, al linguaggio che le narra nello stesso identico modo, ai piani, reali e figurati, che più che sovrapporsi si incontrano forzosamente.

Ma poi chi lo dice che un giudizio deve essere oggettivo?

…le definizioni possono anche inciampare nei fatti e scoprirsi miseramente inadeguate rispetto alle intenzioni che le hanno generate.”

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