
Lo aspettavo da tempo e finalmente è arrivato.
Messo da parte per leggerlo a Maimoni, come tradizione vuole.
Gianni Biondillo ritorna con un Ferraro invecchiato, reso ancor più umano dal tempo che passa, eppur ancor lucido e distaccato nello scandagliare a fondo gli eventi concatenati di un crimine.
Biondillo non è solo architetto e scrittore, è anche antropologo, per la capacità ficcante di leggere e interpretare le evoluzioni sociali, i cambiamenti delle dinamiche relazionali, i linguaggi che mutano col mutare delle generazioni.
Più che il mistero da scoprire, più che la vita di Ferraro che ristagna, a far colpo ne I cani del Barrio è la lettura della società che ci circonda e dei suoi penetranti e insospettabili mondi sommersi.
“La nostalgia è una maledizione, ti fa ricordare quello che serve per lenire il dolore, ti fa odiare ciò che te lo rammenta.”