
Rispettoso di tutti i cliché del genere: l’introspezione che non c’è, il già letto e riletto che abbonda qua e là, i personaggi da action movie americano, la scarsa profondità (nemmeno tanto mascherata) ed il profluvio di scene dal ritmo incalzante che scorrono veloci verso un finale del tipo: “….e chi se lo aspettava?”.
È che a forza di non aspettarselo un finale così dai libri di Patterson, va poi a finire che ce lo si aspetta eccome e “La first lady è scomparsa” non fa eccezione.
Si legge di corsa perché il pensiero non ha bisogno di soffermarsi.
Si legge volentieri perché quando fa caldo meglio sfogliare pagine leggere.
Si legge così, coi piedi che sfiorano le conchiglie.
Giusto perché l’estate sta finendo.
“Amelia, mia povera Amelia, ora sì che sei davvero sola.”