
È il quarto episodio e ti aspetti che sia come i tre precedenti.
Il solco è lo stesso, lo stile anche, il metro pure.
Qualcosa però evolve in Robecchi, che dedica più spazio al mistero che alle tribolazioni di Monterossi, che riduce gli stacchi divertenti e intensifica la concentrazione sulle indagini, che lascia ampio respiro alle dinamiche di commissariato e tiene corto il raggio sulla vita di Carlo, il protagonista.
Così, con Torto marcio la saga di Carlo Monterossi diventa quasi un giallo classico e quei personaggi che nei primi tre episodi erano comprimari, ora sono protagonisti.
Forse la avverto solo io questa piccola evoluzione in Robecchi. Non che mi dispiaccia, solo che mi mancano le risate sguaiate da far esplodere improvvise sotto l’ombrellone.
“Cancellare. Dimenticare in fretta. Sbrigarsi.
Milano.”
Questa non è una canzone d’amore
Dove sei stanotte
Tutti in fila