Le intermittenze della morte

La morte è donna e non ha la maiuscola.
La morte non è crudele come sembra.
La morte si scopre affascinante
quando incontra la vita.
La morte si umanizza perché ama.


Fortemente politico, neanche tanto velatamente anticlericale, venato di un sarcasmo oggettivo da rendere plausibili le situazioni più surreali.
Questo è Le intermittenze della morte
Saramago scherza seriamente con il lettore, gli fa apparire normale ciò che è inconcepibile, lo invita a seguire concatenazioni logiche irrealistiche in una meccanica narrativa dell’impossibile che acquista sempre più senso man mano che la trama prende vita.

Un intero romanzo che ribalta le regole della punteggiatura senza creare apnee nella lettura.
Degno del Nobel che è stato.

La morte fece un gesto impaziente, scosse seccamente dalla spalla la mano fraterna che vi avevamo posato e si alzò dalla sedia. Ora sembrava più alta, con più corpo, una signora morte come si deve, capace di far tremare il terreno sotto i piedi, con quello strascico di sudario che alzava fumo a ogni passo. La morte è arrabbiata. È il momento di fare la linguaccia.”

 

 

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