Una sfuriata a settimana, con cadenza la domenica, di solito.
“Se Cipriana muore di silenzio e nostalgia per sua patria Romania – povera nazione! povera nazione! – colpa vostra, lo sai, vero, vecchio Sante?”
Sante deve solo ascoltare, per fortuna ha deciso di non parlare più, non sarebbe in grado di reggere la fatica di un contraddittorio con chicchessia, figurarsi con Cipriana che quando attacca con la litania delle rimostranze è peggio di una grandinata d’estate.
“Se tu parli io almeno compagnia qui dentro e non morire di silenzio! Parla!”
Sante guarda Cipriana, sa che il gran finale sta arrivando, la conosce talmente bene che acconsente al suo bisogno di avere l’attenzione dello spettatore al massimo livello possibile quando l’apoteosi si avvicina.
“Sante tu fare me promessa. Tu giurare me che farai cosa che io ora ti chiedo quando Cipriana sarà morta e stecchita di solitudine. Tu scrivi su mia bara:
Cipriana che aveva nostalgia di Romania, sua terra, ma anche tanto voluto bene ai Rivarossa, tutti i Rivarossa, grandi e piccini.
Tu prometti me Sante?”
Sante annuisce, Sante benedice.
E Cipriana esce dalla stanza, soddisfatta.
*I personaggi di Pietre sopra
La campagna continua, verso il prossimo traguardo delle 250 copie.
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Morta e stecchita di solitudine!
Hai anche una vena comica, Ste?
No Maria, proprio per niente.
Viro all’introspettivo malinconico, lo sai… 😉
di Sante mi piace l’annuire silenzioso, di Cipriana il nome.
ml
(e adesso non diciamo niente e non dirmi niente fino a stasera che io la guardo in differita)
Rigoroso silenzio….