“Puoi ascoltarmi un attimo, Rebi? Devo dirti una cosa.”
“Certo Gian, dal modo in cui mi guardi sembra una cosa seria.”
“Lo è, in effetti. Sono giunto ad una conclusione.”
“A proposito di cosa?”
“Una conclusione esistenziale.”
“Ah ecco, una cosa così, roba da niente. D’accordo, sono pronta ad ascoltare la tua conclusione esistenziale.”
“Ogni giorno ha un numero.”
“Già…oggi è il 2 febbraio, quindi il numero di oggi è il 2.”
“No Rebi, non è quello che intendo. Ti pare che possa essere una conclusione esistenziale una banalità del genere? Neanche non mi conoscessi.”
“Perdonami Gian, so che sei capace di pensieri profondi, la mia ironia è del tutto fuori luogo. Vai avanti, ti ascolto.”
“Ogni giorno porta con sé un numero, non quello scritto sul calendario, ma quello che scopriamo di avere dentro, scolpito nel DNA delle ore diurne che va sfumando nell’oblio delle ore notturne per poi scomparire completamente poco prima del risveglio, in modo da lasciare spazio al numero del giorno successivo. E la cosa strana è che nell’arco della giornata quel numero è verità assoluta, non ti viene da pensare che il giorno precedente aveva un numero diverso e quello successivo ne avrà un altro ancora. Pazzesco, no?”
“Non sono certa di riuscire a seguirti, Gian.”
“Ti faccio un esempio. Oggi sono a 87, ho benzina, idee, spacco il mondo. Ieri ero a 45, giornata anonima, pensieri banali, gestione routinaria delle evenienze. Domani probabilmente sarò a 19, domenica brumosa, indolenza, buio dentro. Dall’87 al 45 al 19 non c’è un lento traslare, ma una concatenazione di stacchi netti e inconsapevoli. E ognuno di noi ha la propria casuale sequenza di numeri, capisci?”
“No.”
“L’intera umanità ogni giorno genera numeri interiori in base a fattori personali del tutto diversi: circostanze, luoghi, umori, ritmi circadiani, stato di salute, affetti e così via. Non so cosa darei per vedere il viso di tutti quelli che oggi hanno avuto una giornata 87, come la mia.”
“Vuoi una cioccolata calda, Gian?”
“Sì, grazie Rebi, credo proprio di averne bisogno.”
*Rebi e Gian, capitolo 8
E anche di una pillolina di quelle buone, mi raccomando…
🙂 🙂
É un buon suggerimento Walter 😉, dico a Rebi di provarci, ma credo che nemmeno una buona pillolina riuscirebbe a far uscire Gian dai suoi labirinti mentali.
😊
Gian anche quando sarà in giornata da 105 non sarà mai un uomo passionale, ha innata questa esigenza di ingabbiare la vita in un’equazione,, in un reticolo di numeri.
ml
Passionale mai! Uno quadrato come lui concepisce la vita come un insieme ordinato di linee rette, spigoli simmetrici, circuiti chiusi. Però ci prova, a modo suo, a combattere il proprio essere quadrato con questi slanci estemporanei. Risultati scarsi, ma apprezziamo l’impegno. 😉
Lo adoro! Fammelo conoscere!
…chiedo a Rebi di intercedere 😉
Buona pomeriggio, Sally cara.
“ognuno di noi ha la propria casuale sequenza di numeri, capisci?”
“No.”
Mi perdonerai spero… forse ti sto leggendo oggi che sono al massimo a 13,5… 😉
Ciao Franco,
Gian non è un tipo facile da capire, ci vuole la pazienza di Rebi che lo conosce da una vita.
Spero che il tuo numero aumenti, da qui a sera 😉