“Tutto sta nel come girano le cose. Se un giorno sembrano negative è solo perché il sole è sorto male, ha dato una spintone alla luna e tutte le costellazioni si sono scardinate. Mica è colpa tua, Gian, se il cielo oggi ruota al contrario.”
“Tu sei fuori di testa, Rebi. È la terra che gira, non il cielo.”
“Appunto! Ribalta gli schemi!”
“Ok, sei fuori di testa all’ennesima potenza.”
“No, guarda che è vero, se pensi che le cose vadano male per colpa tua non ne vieni più fuori. Sposta il pensiero su una banda collaterale, attribuisci un significato diverso alle cose fai, incardina ogni pezzo di giornata in uno schema speculare al tuo solito modo di ragionare. Non è così difficile, fidati di me.”
“Parli come uno di quei libri che ti insegnano a meditare, a ritrovare te stesso nel silenzio, ad estraniarti dalla quotidianità. Che è, sei diventata una guru?”
“Chi, io? Ma figurati! Ho solo imparato a farmi scivolare sopra le negatività, ho trovato un modo tutto mio di fare auto-terapia. Funziona, sai?”
“Rebecca, non so se mi spaventi o se potrei anche crederti.”
“Credimi, Gianluca, io sono la prova vivente che è possibile non demolirsi da soli. E visto che è ciò che stai facendo, perché è da amica che ti guardo e in te vedo tutti i sintomi dell’autodistruzione, ti consiglio vivamente di provarci. Che ti costa?”
“Non mi costa, in effetti, ma mica l’ho capito io il tuo metodo.”
“Te lo spiego così: domattina svegliati nei panni di uno che è capace di guardare oltre, ragiona come un altro, sii un altro. Devi solo convincerti che tutto ciò che ti pesa è distante da te e che a qualcosa di buono approderai, prima o poi. Se pensi al tuo passato ti renderai conto che ogni situazione che non avevi voglia di affrontare, di vivere, di vedere, in fondo è passata, no? Allora perché tormentarti continuamente con tutto il buio che ti ammorba? Datti una spinta che trasformi l’oscurità in luce, esci da te stesso e sii docile.”
“Dici cose assurde.”
“Guardami negli occhi, Gian.”
“Che c’è?”
“Tutto sta nel come giri tu le cose.”
“No, Rebi, tutto sta nel come giro io e io non so girarmi, lo sai.”
Rebi e Gian, capitolo 1
tendenzialmente do ragione a gian…
Io pure, strutturalmente.
😊
messi male ‘sti due, lui impantanato nel proprio immobilismo, lei che dà la colpa agli astri che si sono svegliati storti e magari anche alle scie chimiche che ci starebbero a pennello. Mica ne escono.
ml
Fuggono entrambi, non credi?
Io ne sono convinta.
Non è un cattivo metodo quello di Rebecca solo che implica la rinuncia ad alcune dolcissime cose che le nostre sconfitte portano con sé. È un metodo ” totale”, se decidi di usarlo diventi un altro e può darsi che tu non ti riconosca più. Quanti sono disposti a rischiare?
…e quanti sono capaci di farlo?
Cambiare sé stessi è forse più difficile che trasformarsi in qualcun altro.
E quelle cose dolcissime, le sottoscrivo.
Grazie.
Credo dipenda anche dai momenti della vita. In certi momenti ci si riesce, in certi altri no.
A volte si riesce ad essere forti, a volte si è irrimediabilmente fragili.
Ciao Maria!
🙂
Ribaltare gli schemi, non c’è cosa più difficile.
…perché a noi le imprese facili non piacciono, vero Sally?