Nelle crepe del suolo, le mie distrazioni

Sagome sottili su cui lo sguardo si sofferma.
Seguirne i profili lo aiuta a non pensare.
Son le mie utili distrazioni, ripete Luca a bassa voce mentre fermo, lungo la strada, inchioda lo sguardo a terra. Una porzione da isolare: la parte bianca è opaca, latte cagliato che si addensa nei confini; quella grigia è nitida, coacervo di fessure affastellate alla rinfusa. Le foglie, poi, che l’inverno infinito han superato è di percorsi impervi che son testimoni. Così riarse, così sul punto di sbriciolarsi, eppure ancora lì, refolo di vita, paradigma imperfetto per uno come lui. Lunghe le stagioni di difese immunitarie che ha scavallato, insormontabili quelle che lo attendono.
L’ambulatorio è ancora chiuso, un po’ di tempo rimane.
Nelle crepe dl suolo, le mie distrazioni.

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6 pensieri su “Nelle crepe del suolo, le mie distrazioni

  1. Il mare qua sopra stravasa in parte verso il fondo.
    La sabbia grigia non sarebbe bastata a fermarlo
    c’è voluto un margine nero e fermo
    Avamposto di notizie dalla terraferma
    ma io non sono abbastanza distratto
    Vi guardo dal due alberi in lontananza.
    Quando tornerete a bordo tu e Luca?

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