“Com’è arida questa terra, cammino per i sentieri dell’oasi di Seu respirando polvere, sabbia, argilla sbriciolata. Sterpaglie e canne tagliate, erba secca e fogliame riarso, innocenti vittime del sole cocente, che tingono il paesaggio dei rossi, degli ocra, dei marroni, degli arancioni. Tutto sembra bruciato eppure è così vivo, ispido al contatto con le gambe in movimento, franoso sotto i miei piedi che calcano sicuri un percorso che ben conoscono. Sul confine compare il mare, una visione infinita di speranza. Lo respiro ad occhi chiusi, nella convinzione che la linfa salmastra mi nutra e mi infonda fiducia. Osservo le dune contaminate dalle alghe brune fotofile che formano un feltro nero, irregolare e appiccicoso dentro cui affondo i piedi, scivolando in una densa viscosità. Rimango qui ad ascoltare le spire del maestrale che fischiano rabbiose e provo la sensazione di essere tutt’uno con questo mare scorbutico di cui mi sento frammento, scheggia, fotogramma complementare. Rimango qui, immersa fino ai polpacci nei sassolini di quarzo ricoperti dallo strato di fibre scure compattate finché il richiamo degli arbusti e delle sterpaglie diventerà più forte e allora i piedi torneranno indietro, le narici ricominceranno a respirare polvere, sabbia, argilla sbriciolata. Guardo la distesa di pancrazi cresciuti nella sabbia, fiori bianchi all’apparenza fragili che invece resistono alle tempeste di maestrale con le loro radici affondate nella rena grossolana del litorale. Mentre percorro queste strade battute, inospitali e desolate, mi viene in mente la parola casa, mi viene in mente il contrasto netto fra l’esplosione del mare e il ritirarsi della terra arida. E’ qui in mezzo che sto di casa io, in questa natura c’è la mia natura.”
pancrazio il tuo fiore https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/77/Pacratium_maritimum_Paestum.jpg
Esatto Rodix, esattamente così, il mio fiore bianco all’apparenza fragile che affonda le radici nella rena grossolana del litorale sardo.
Incarna la forza ostinata della natura e mi piace assai.
Grazie 🙂
S.
non solo in Sardegna. Ciao 🙂
A presto! 🙂
Mi metti in difficolta’, e’ una pagina molto bella, davvero intensa, comunicativa. Ma il corsivo e il virgolettato mi fa pensare che possa essere una citazione, magari dotta, che a me sfugge. Insomma, chiunque sia l’autore, ha una penna notevole, non solo descrittiva ma anche trasmissiva di un preciso stato d’animo, quell’essere a casa!
ml
Nessuna citazione dotta, ml, è la mia penna, sono parole mie. Le ho fatte pronunciare ad un caro personaggio di cui ho scritto in passato e che ogni tanto in me riaffiora: Margherita.
E’, il tuo, un complimento sincero che apprezzo oltremisura perché a questo piccolo brano ci tengo moltissimo.
Per l’essere a casa, perché in queste parole ogni volta mi ci ritrovo.
Grazie.
🙂
Per gioco: In questo pancrazio di vita le tue parole sono il riparo da tutte le sicumere. ciao Stefi 🙂
Ciao Vanni!
E’ bello riaverti qui! 🙂
Ciao Stefi, scusa il ritardo, non sò come mai sono travolto dagli eventi, il tempo mi vola! anche se non scrivo vengo a leggerti e rileggerti spesso, anche sul metrò!
un abbraccio 🙂 🙂 🙂
Vanni carissimo, ho sempre avuto un debole per i lettori da metrò! 🙂
Grazie Stefi! (◕‿◕) ✿