La coincidenza di rincontrare Zeruya Shalev poco dopo aver letto Safran Foer, con la memoria fresca di tutto ciò che non mi è piaciuto in Eccomi e che in Dolore ho trovato perfetto. Sì, perché Dolore, scritto e pubblicato un anno prima di Eccomi, ha una trama molto simile, un’ambientazione emotiva identica, uno sfondo religioso analogo in un’Israele vissuta e non solo agognata.
Una coppia in profonda crisi, un uomo tentennante ed eternamente in bilico, una donna forte e consapevolmente volitiva, due figli problematici. E le tentazioni che diventano reali nello sforzo di conciliare la moralità con la vita vera.
Nella sorprendente specularità della trama c’è una divergenza lampante: Safran Foer scrive per se stesso, Zeruya Shalev scrive per il lettore. Con un terzo delle pagine di Eccomi, Dolore è un romanzo vero, non una sceneggiatura, non una sequela interminabile di citazioni auto contemplative.
Di Zeruya ho letto quasi tutto, negli anni.
Dolore l’ho letto a Koufonissi, dove il mare ha il colore del cielo.
Abbiamo tradito le parole, il che è forse persino più grave del tradirci l’un l’altra, abbiamo tradito le parole e loro ci accusano.
https://righeorizzontali.wordpress.com/2017/04/09/eccomi/
interessante
Ciao rodix!
Grazie
mi tenta questa scrittrice a me sconosciuta che sembra riuscire dove Foer ha fallito.
ml
Scrive libri al femminile, densi di tristezza sviscerata con maestria. Proprio come piace a me 😉
io invece ho visceralmente amato Eccomi 💙e leggo con interesse i tuoi pensieri al riguardo grazie 🙏🏻
Grazie a te Elisabetta, benvenuta fra le mie righe! 🙂
Sei come me Ste, io lo so. 🙂