Né spigoli né spiragli.
Il labirinto è chiuso e non c’è modo di aprire un varco.
Siete costretti a ripercorrere i vostri passi,
a replicare i percorsi,
a solcare le distanze con il medesimo incedere.
Avanti e indietro a scandire il tempo.
Avanti e indietro a ritrovare spazi.
E’ facile orientarsi quando si sa già tutto.
Lo leggo come una metafora della vita in cui siamo immersi: ci sappiamo orientare, destreggiare, ma entro confini invalicabili di cui siamo consapevoli
ml
Sì, ml, qualcosa di simile, un luogo talmente conosciuto, la nostra vita, da diventare vincolo reale, barriera insormontabile anche per chi è capace di usare l’immaginazione.
Not so easy.
Why not?
un po’ angosciante, come se mancasse l’aria. Il labirinto rende bene l’idea del muoversi dentro spazi con confini ben definiti, sempre diversi ma senza via d’uscita.Non mi ci riconosco però, voglio pensare di averla una via d’uscita anche dalle situazioni più opprimenti, di poter andare anche oltre muri molto alti.
Infatti io ti vedo come ti descrivi, una donna con le ali, che non si abbatte di fronte alle difficoltà e che trova sempre, nel recinto dell’esistenza, l’appiglio giusto per scavalcare il muro.
Ciao Maurizia, che bello ritrovarti qui!