Maledettamente impercettibili*

Scarpe, giacca e tram 50 per la stazione dei treni. Interregionale Bologna-La Spezia, dritta là a casa dei miei. Mi siedo nel primo posto che trovo libero in una carrozza sporca e puzzolente di seconda classe. Il sedile è macchiato e umido, stranamente non me ne curo, non m’importa.

Mentre mi siedo mi accorgo di un piccolo pezzetto di carta stropicciata infilato fra lo schienale e l’attaccatura del bracciolo. Non raccolgo mai gli oggetti che trovo in giro nei luoghi pubblici perché mi fanno schifo e per questo mi stupisco di me stessa quando mi rendo conto di avere già fra le mani quel minuscolo foglietto di carta blu. Lo apro e leggo queste strane parole:

“NON QUI, NON ORA – TEMPO E SPAZIO”

Che cosa significa? E’ un messaggio? Per chi? Per me? Lo rileggo una, tre, sette volte e penso che possa davvero essere un messaggio per me perché io non vorrei essere qui, non vorrei esserci ora, perché sento che la mia vita sta correndo fuori dal tempo e dallo spazio. Mi viene in mente il greco antico che ho studiato al liceo. Penso a due vocaboli in particolare: “Allos” e “Kronos” che significano “Altro” e “Tempo”. Vivere in un altro tempo, vivere in un’altra dimensione. E’ l’allocronia.

Ecco, ho trovato la diagnosi che potrebbe tranquillizzare mia madre:

“Signora, abbiamo finalmente capito cos’ha sua figlia. E’ allocronica”.

Piango, una cascata di lacrime irrefrenabili, uno scrosciare senza singulti, automatico e costante.

Siamo piccoli, microscopici, maledettamente impercettibili.

* Dal diario di MF (Segue)

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