S: “Sai quando le cose vanno esattamente al contrario di come le immaginavi?”
F: “Mi è capitato, sì.”
S: “Talmente speculari al tuo volere che quasi ci speravi. Così distanti dal destino in cui credevi che quasi non senti dolore, come se la parte meno esposta di te lo sapesse fin dall’inizio.”
F: “La parte meno esposta?”
S: “Quella che sta sotto. La parte che sta in superficie spesso finge di non vedere; quella che sta sotto ha sempre gli occhi spalancati.”
F: “Ti riferisci alla coscienza?”
S: “Mi riferisco alla lucidità, alla razionalità spolpata di ogni sogno o illusione.”
F: “Non ti seguo, S.”
S: “Non mi meraviglio, F. Fatico anch’io a rincorrere i miei pensieri.”
Eppure è un pensiero lineare per quanto poco confortante. La parte meno esposta è anche quella più scettica, priva di entusiasmo e di fiducia a che vadano bene le cose. Insomma una menagramo che spesso finisce con l’avere ragione
ml
E’ parte di noi, quella che ci invita a spalancare gli occhi sulle verità che colpevolmente ci sfuggono.
Ciao, ml!
Ce l’ho anch’io quel lato lì, ma non lo ascolto mai! 😉
E fai bene Sally!
Ti abbracciamo, io e la mia parte meno esposta! 😉
la mia c’è, ma faccio finta di niente per non pagare il dazio… 😉
..che a nascondere la testa sotto la sabbia, a volte…. 😉
Comunque non mi riferivo alla coscienza, mi riferivo alla necessità di estraniarmi, di fare un passo indietro, di stare nel mio matrix (nel senso del film), a volte la realtà è inaccettabile… 😦
Hai ragione Vanni, a volte lo è, a volte si vorrebbe diventare trasparenti. 😯 Un abbraccio.