A caso (*)

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Ascoltare lentamente, come se il picchiettare sui vetri non dovesse finire e luci non accendersi più.

Provare anche a capire, non d’impulso, ma con pigrizia, nell’assurda persuasione che il vuoto sia immaginazione e non spazio tangibile, e non lucida realtà.

Non cedere allo sconforto, quello che ti tira per le braccia e ti impone di seguirlo, quello che ti afferra le gambe e ti conduce dove vuole.

Precipitare in un pozzo e rimanerci, con la stanchezza dei giorni intollerabili a farti compagnia.

Allora anche richiamare, chi ha provato a rimanere ma non ce l’ha fatta, chi ha disegnato un percorso indicandoti il cammino.

Mescolare tutto, farne un pezzo di vita e accettare che non c’è ritorno per chi non vuol voltarsi indietro.

Oggi è così, domani anche.

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15 pensieri su “A caso (*)

  1. il rimando all’identico del dicembre 2015 è sconfortante perchè significa che è un periodaccio di lunga data.
    però il fatto che ti ripeti la stessa volontà di non farti risucchiare dal pozzo nero è di buon auspicio.
    un abbraccio,
    ml

  2. Pingback: A caso, ancora (**) | righeorizzontali

  3. Pingback: A caso, di nuovo | righeorizzontali

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