Ascoltare lentamente, come se il picchiettare sui vetri non dovesse finire e luci non accendersi più.
Provare anche a capire, non d’impulso, ma con pigrizia, nell’assurda persuasione che il vuoto sia immaginazione e non spazio tangibile, e non lucida realtà.
Non cedere allo sconforto, quello che ti tira per le braccia e ti impone di seguirlo, quello che ti afferra le gambe e ti conduce dove vuole.
Precipitare in un pozzo e rimanerci, con la stanchezza dei giorni intollerabili a farti compagnia.
Allora anche richiamare, chi ha provato a rimanere ma non ce l’ha fatta, chi ha disegnato un percorso indicandoti il cammino.
Mescolare tutto, farne un pezzo di vita e accettare che non c’è ritorno per chi non vuol voltarsi indietro.
Oggi è così, domani anche.
Hai rielaborato il primo “A caso” dandogli un nuovo senso. Sempre triste però….
Mi piace giocare con le parole, anche a prescindere dal loro significato. Però è vero che mi vengono sempre tristi 😦
Ciao Sally!
Com’è profondo questo pozzo….
ねじまき鳥クロニクル cit.
🙂
…le viti del mondo 🙂
esatto, ho letto e ho sentito quell’aria… 😉 🙂
…che negli universi paralleli prima o poi ci si ritrova 😉
troviamo de una Stargate!! 🙂
c’è un de di troppo!
il rimando all’identico del dicembre 2015 è sconfortante perchè significa che è un periodaccio di lunga data.
però il fatto che ti ripeti la stessa volontà di non farti risucchiare dal pozzo nero è di buon auspicio.
un abbraccio,
ml
I periodi vanno, vengono, passano, spesso ritornano in forme e modi diversi. La mia sfida è rielabolarli, non solo con le parole.
Un abbraccio a te, ml.
Non so cosa sia, ma ti saluto cara e te Stefania.
Lucas
Ti saluto caramente
Ti saluto anch’io caro Lucas! E’ bello ritrovarti!!! 😊
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