Che cosa aveva fatto?
Si era messo a raccontare bugie alla sua età. Il fatto che non avesse mai mentito prima, almeno su cose così importanti, poteva anche deporre a suo favore. Ma lui aveva premeditato, costruito e portato a compimento una lunga e difficile concatenazione di fatti menzogneri. Come attenuante c’era la certezza di non aver ferito nessuno, almeno consapevolmente, perché ciò che giungeva a termine a seguito di quelle menzogne, era già terminato da tempo.
Bastava solo prenderne atto. Civilmente.
Non andava fiero delle sue falsità, sopratutto perché non sapeva se sarebbero servite a qualcosa. Ormai non aveva senso recriminare, né tornare sui propri passi.
Era ora di chiudere quella faccenda. Serviva solo un po’ di coraggio.
Il primo passo, tecnicamente semplicissimo, ma emotivamente quasi inaffrontabile, gli avrebbe immediatamente rivelato se la trama faticosamente tessuta avesse un senso oppure no. Doveva calcolare bene i tempi e sperare.
Sperare di non aver perso l’ultima opportunità di vivere una vita felice.
*E’ così fragile
Ah che bel romanzo!
Ah che bello sentirselo dire! 🙂
Happines is not for everyone
But it is allowed to chase it. 🙂
Pietro!
Proprio lui…
mentire val bene un’ultima opportunità!
🙂
ml
Ne vale la pena, si.
☺
Mi sembra ieri che l’ho letto….
A me invece sembra di averlo scritto un secolo fa, quasi in un’altra vita.
Come incipit non c’è male ma potrebbe essere anche una perfetta conclusione. Cosa c’è nel mezzo? Oppure hai inventato un nuovo modo di narrare? ( non scherzo), qualcosa che ti tiene appeso fino al termine che forse non avverrà mai. Non so chi sia Pietro…cosa mi manca?
Ti mancano il prima e il dopo, i forse e i perché.
Magari sapessi inventare una via nuova.
Grazie per averlo pensato.
E benvenuto fra le mie righe.